Durante la discussione in Consiglio regionale sul Disegno di legge n. 45/A, che definisce le aree idonee per l’installazione di impianti a fonti di energia rinnovabile, Alberto Urpi, sindaco di Sanluri e consigliere regionale del gruppo di opposizione Sardegna al Centro 20Venti, ha espresso le sue forti perplessità sul provvedimento. Il testo normativo, approvato dalla maggioranza il 5 dicembre, ha suscitato un acceso dibattito politico, con Urpi che ha puntato il dito contro la mancanza di trasparenza e di pragmatismo.
Critiche al metodo democratico e alla partecipazione pubblica. Urpi ha denunciato l’assenza di un reale processo democratico, evidenziando come la proposta di legge di iniziativa popolare “Pratobello”, sostenuta da un significativo numero di firme, non sia stata discussa in Aula. “Una transizione energetica democratica sarebbe stata possibile solo includendo anche questa iniziativa popolare” ha dichiarato. Il consigliere ha inoltre messo in dubbio il coinvolgimento degli enti locali, chiedendo dati precisi sul numero di comuni sardi che hanno effettivamente risposto alle richieste della Regione di indicare aree idonee.
Un approccio poco chiaro e contraddittorio. Urpi ha criticato la mancanza di dettagli nella legge, descrivendola come una “norma vaga” che non fornisce indicazioni concrete su quantità, localizzazione e modalità di realizzazione degli impianti. In particolare, ha evidenziato contraddizioni nella relazione tecnico-finanziaria sul repowering, una pratica che potrebbe ottimizzare l’uso del suolo e aumentare la capacità produttiva. “La relazione è sbagliata: si ammette il repowering solo se si consuma altro suolo, un approccio che non ha senso”, ha affermato.
Il metano come energia di transizione: un tema ignorato. Tra i punti critici sollevati da Urpi c’è anche l’assenza di riferimenti al metano come energia di transizione. “In Sardegna, il metano sembra essere quasi osteggiato” ha dichiarato, facendo riferimento al rigassificatore già autorizzato a Cagliari, un progetto privato che, secondo il consigliere, garantirebbe un approccio sostenibile e meno costoso al gas naturale liquido. “Non si capisce perché venga respinto un progetto già approvato e senza spese pubbliche” ha aggiunto.
Il ruolo del pubblico e degli investimenti energetici. Urpi ha anche evidenziato il mancato coinvolgimento di enti pubblici regionali come l’Enas o Carbosulcis, che potrebbero svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica attraverso investimenti nelle rinnovabili. “Se il pubblico non investe, gli investimenti li faranno i privati, spesso definiti speculatori, ma in realtà lavoratori” ha sottolineato.
Urpi conclude invitando la Giunta a riportare in commissione la Legge per discutere le proposte delle minoranze e integrare (o bocciare apertamente) la proposta della “Legge Pratobello”. La dichiarazione di voto è stata “convintamente contraria”, perché secondo Urpi, per tutti i motivi elencati precedentemente “si è persa l’occasione di parlare democraticamente di transizione energetica”.