Undici anni fa San Gavino Monreale viveva un vero e proprio incubo. Quel 18 novembre del 2013 lo ricordiamo tutti come se fosse ieri. Nonostante l’allerta meteo del giorno prima (ai tempi i bollettini non erano frequenti come lo sono oggi, e venivano spesso sottovalutati, questo non è cambiato) tante persone si misero in viaggio, in automobile, in autobus o in treno, per andare a lavoro o sbrigare le commissioni quotidiane.
Quello che accadde quel giorno è ormai storia. Furono oltre 440 i millimetri d’acqua scaricati nella sola mattinata sui territori più colpiti. Un film drammatico che passa davanti agli occhi dei sangavinesi ogni volta che arriva un temporale più forte e intenso del solito, come è capitato il 22 agosto 2018 o più recentemente durante il nubifragio del 26 ottobre 2024.
Il ciclone del 2013, come noto, fu battezzato “Cleopatra”. Le strade di San Gavino diventarono fiumi, i canali esondarono, la parte bassa del paese venne completamente sommersa. Il risultato furono case completamente allagate e attività commerciali messe in ginocchio da un mare di fango.
A distanza di 11 anni, vogliamo ricordare uno dei giorni più difficili, almeno della storia recente, per i cittadini di San Gavino Monreale e di tutta la Sardegna. Il ciclone, infatti, fece danni ingenti in gran parte del territorio regionale, con un bilancio di 19 morti e milioni di euro di danni alle attività economiche e agricole.
Quella del 18 novembre è quindi una data simbolica, che deve certamente essere da monito e stimolo per gli amministratori regionali, provinciali e comunali affinché vengano messe in atto tutte le azioni per prevenire e mitigare gli eventi atmosferici più violenti e – ahinoi – sempre più frequenti.