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mercoledì, 17 Luglio 2024

Fondo Repubblica Digitale in Sardegna, 13 milioni per donne e Neet

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Il Fondo Repubblica Digitale è frutto di una collaborazione innovativa tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per l’innovazione tecnologica da una parte e dall’Acri (associazioni Fondazioni di origine bancaria) dall’altra. In particolar modo è sostenitore di progetti di formazione e miglioramento digitale con enfasi su NEET (acronimo che sta per Not in Education, Employment or Training).

Lo scopo del Fondo

Grazie a questa partnership, i diversi ministri hanno intenzione di rendere più agevole e completa possibile la transizione digitale (che porterebbe il nostro Paese sulla media europea), mediante l’erogazione di servizi formativi completi volti a rendere i lavoratori (in particolar modo gli appartenenti al gruppo NEET) performanti e competenti.

Il Fondo è al momento sperimentale, con una durata di 5 anni (dal 2021 al 2026), e prevede uno stanziamento di 350 milioni di euro, 18 dei quali saranno stanziati nel corso del 2023.

Le risorse sono suddivise per settori, tra i quali troviamo arte e beni culturali, salute pubblica, volontariato e sviluppo sociale. Hanno diritto alla partecipazione ai bandi i soggetti pubblici e privati che non abbiano scopo di lucro.

Digitalizzazione: obiettivo europeo

Ciò rientra nel progetto Nazionale di adeguarsi alle linee europee di digitalizzare la Nazione nell’ottica di una generale professionalizzazione in tal senso.

Le professioni emergenti sono diverse e da diverso tempo già coesistono in numerosi settori lavorativi, ma nei prossimi anni saranno le più richieste nel mercato del lavoro. Le aziende avranno quindi crescente bisogno di personale esperto che possa svolgere le professioni digitali più interessanti del momento, in modo da portare prodotti e servizi sul web e ampliare e rafforzare il business.

Ciò è dovuto soprattutto al mutamento inevitabile che la digitalizzazione ha apportato e apporterà alla società: la pandemia è stata (in particolar modo nel nostro paese dove prima era poco presente) un fattore determinante per l’avvicinamento dei lavoratori e delle imprese al mondo dello smart-working.

L’ultimo report Istat in merito alla Digitalizzazione in Italia, sottolinea che solo il 4,1% delle aziende digitalmente mature ha ridimensionato le proprie attività, ma il ritorno ad una augurata nuova normalità potrebbe vedere la digitalizzazione e la sostenibilità come due elementi imprescindibili per l’Italia, anche perché l’UE raccomanda ai Paesi Membri di investire almeno il 20% delle risorse sul cambiamento digitale. L’Italia ha destinato il 27% dei 235 miliardi del PNRR a questo tipo di interventi.

In questo panorama di mutamento delle esigenze nel mondo del lavoro, investire nella formazione digitale è indispensabile per poter stare al passo con le richieste “innovative” di aziende e datori. Essendo la digitalizzazione ancora in via di sviluppo, procedere alla giusta formazione potrebbe garantire sbocchi lavorativi davvero allettanti.

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