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sabato, 27 Luglio 2024

Quando San Gavino divenne una sede del processo contro Berengario Carròs

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In un increscioso fatto, raccontato in un processo durato un mese – da maggio a giugno 1417 – si racconta della vicenda di Berengario III Carròs, uno dei feudatari più grandi e importanti del Regno Di Sardegna, conte di Quirra ed ex governatore del capo di Cagliari e Gallura, accusato di sequestro e molestie sessuali nei confronti di una giovane fanciulla di Gonnostramatza, scappata a Sardara e fatta rapire da tre uomini al soldo del nobile.

Il conte, infatti, non era insolito a questi atti violenti e soprusi di ogni genere.

Il processo, avuto luogo ad Oristano, ebbe anche una parte a San Gavino Monreale, in quanto sede del Procuratore generale o Reggidore, rappresentante politico del feudatario nella baronia, oltre ad ospitare la curia major, tribunale di secondo grado nel quale il Potestad, massimo giudice della contrada, amministrava la giustizia.

Infatti, dopo una prima giornata di testimonianza avuta nell’ex capitale arborense, il tutto passa a San Gavino per poi concludersi a Cagliari.

La fonte cita: Die lune, hora vesperorum, intitulate XXIIII dicti menssis madii, fuit recepta sequens deposicio in loco de Sant Gavino (Magistre Montis Regalis): questo vuol dire che i testimoni, quindi, furono sentiti lunedì 29 maggio, sempre all’ora del vespro, nella sede della “villa” di San Gavino con la deposizione di Benedetto Casta, che era ufficiale della villa di Sardara.

Dobbiamo ricordare che San Gavino e Sardara era due ville importanti all’interno della Baronia del Monreale, ma era coinvolta anche la Baronia di Parte Montis, che aveva le prerogative su Gonnostramatza (Guonno de Tramaça), entrambi territori governati dai Carròs.

Sempre nello stesso giorno, furono sentiti altri testimoni, tra cui il “domicello” cagliaritano Guglielmo de Palou e Bartolomeo Aviat, castellano di Monreale.

La fonte cita: Die lune, hora vesperorum, intitulate XXIIII dicti menssis madii, in villa de Santo Gavino. Guillermus de Palou, domicilius, testes mandato dicti honorbili […] e […]Eodem die, loco et hora. Barthomeus Aviat testes mandato dictii honorabili gubernatoris hic deposuit.

Purtroppo, non sappiamo dove questa testimonianza avvenne ma alcuni ipotizzano che possa essere l’edificio, ormai quasi distrutto, de “Su presoni becciu”, in via Diaz e le fonti non riportano nemmeno come finì il processo, ma sicuramente il conte venne assolto dalle accuse.

Alberto Serra

Per approfondire
CASTI A, Sa Bidda De Santu ‘Engiu, 1989
S. CHIRRA in, Sardegna e Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna, 2009

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