È successo di nuovo. Non che non ce lo aspettassimo, certo. Il nostro articolo del 28 luglio, dal titolo “San Gavino, delirio “no-vax” nella sede della CGIL e sulle case vicine” ha scatenato (nuovamente) la follia dei militanti No-Vax che hanno preso d’assalto la nostra pagina Facebook pubblicando a raffica centinaia di commenti deliranti, costringendoci a chiudere i commenti alla notizia.
Ci teniamo a sottolinearlo ancora una volta: questo modo di fare basato sull’intimidazione non funziona affatto con noi. Vale per i No-Vax, per gli odiatori seriali del web e anche per i politici (che, di tanto in tanto, tentano di zittirci provando a minare gli interessi economici di chi finanzia questo giornale, ma questo è un capitolo a parte). La nostra indipendenza è l’unica bandiera che seguiremo, e terremo sempre la barra dritta su questo principio.
Accettiamo le critiche, anche quelle più vibranti e come sa bene chi ci segue, cerchiamo sempre il dialogo nei commenti ai nostri articoli. Ma non possiamo accettare in silenzio attacchi di persone nascoste dietro l’anonimato: la vigliaccheria di chi non ha il coraggio di metterci la faccia non è nelle nostre corde.
Per questo vogliamo rassicurare i lettori: noi non ci fermeremo, nonostante la tempesta di centinaia di messaggi deliranti di questo calibro.
Anche in questo caso, data la rapidità dell’azione e la simultaneità dei centinaia di account (i cosiddetti bot, che generano account fake con nomi fantasiosi) si è trattata di un’azione coordinata mediante un canale Telegram. L’app russa di messaggistica istantanea è infatti la preferita dalla “controinformazione militante”, come ha rivelato anche un’indagine de Il Fatto Quotidiano, usata per coordinare attacchi informatici, doxing e shitstorm sulle loro vittime. Da questi canali partiranno anche le campagne elettorali di diversi partiti alle prossime politiche del 25 settembre: al lettore il compito di indovinare quali.