Nel paese dei murales c’è chi invece si dedica ad imbrattare i muri. Anche questa è San Gavino, una cittadina ricchissima di artisti e menti brillanti, ma anche di chi casca nella trappola acchiappaclick dei populisti e dei complottisti.
E il passaggio dallo scempio “virtuale” a quello “reale” è presto fatto: non basta leggere le sproloquianti teorie del complotto sui social, secondo le quali la pandemia sarebbe tutta un complotto per tenerci soggiogati (così come i cambiamenti climatici, aggiornamento fresco del 2022), che adesso siamo costretti a leggerle anche sui muri degli edifici.
Oggi il paese infatti si sveglia con delle scritte deliranti sul muro della sede della CGIL in via Parrocchia e sulla facciata di un’abitazione privata adiacente, contrassegnati dalla “Doppia V”, simbolo di riconoscimento del movimento no-vax e del QAnon. Un danno ingente che ora dovrà essere pagato con i soldi dei proprietari degli immobili.
Esprimono grande preoccupazione i residenti della zona, spaventati da questa ondata di estremismo “no-vax” ma che ormai non si limita più alla sola pandemia (sono gli stessi che abboccano ai complotti su climate change, scie chimiche, terrapiattismo, guerra in Ucraina e contro(dis)informazione in generale).
“Oggi è una scritta su un muro, domani cosa potrebbe accadere?” si domandano i cittadini sangavinesi. La paura è comprensibile e giustificabile. Le forze dell’ordine sono già al lavoro, ma l’assenza di telecamere nella zona non aiuterà di certo a risalire ai responsabili.
Occorre una presa di posizione forte da parte delle istituzioni e di tutta la comunità, per tutelare sia i lavoratori del sindacato che i cittadini residenti. Noi lo stiamo facendo da oltre due anni (e abbiamo subito attacchi digitali e personali di ogni tipo).
Ora, forse, è il caso di schierarsi pubblicamente e fare fronte comune contro questo scempio, per non esserne complici.