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lunedì, 30 Dicembre 2024

Cavallette, cronaca di un’invasione annunciata: da una locusta ne nascono trenta

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“Lo sapevamo e detto dal 2019 che se non si fosse intervenuti celermente e con una seria programmazione i risultati sarebbero stati questi”.

È l’amarezza e la rabbia di Coldiretti davanti ad una invasione di cavallette che da quattro anni sta demolendo centinaia di aziende agricole e ogni anno aumentano di numero e occupano spazi sempre più estesi.

“Ma qual è la sorpresa o la notizia – è il commento amaro del presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salisormai lo sappiamo tutti che da una cavalletta ne nascono l’anno successivo circa 30. E se ne avevamo milioni nel 2019 sapevamo tutti che se non si fossero previ provvedimenti i numeri sarebbero aumentati esponenzialmente e si sarebbero allargate territorialmente”. 

“La verità – è la constatazione di Salis è che il problema è stato sottovalutato da tutti dalla politica e non solo, e i nostri allarmi sono caduti tutti nel vuoto: è dal 2019 che chiediamo una unità scientifica a capo del gruppo operativo che deve occuparsi di questo problema. Ma al contrario abbiamo dovuto sopportare anche qualche battuta ironica perché abbiamo contribuito a dare troppa risonanza mediatica data alle cavallette. Eppure non dicevamo né più e ne meno ciò che si sta capendo oggi a distanza di quattro anni: bisogna programmare e intervenire nei tempi giusti e naturali evitando azioni massive in piena produzione con prodotti che sicuramente non distruggono chirurgicamente solo le cavallette. Invece abbiamo assistito passivi ad un aumento di numero di anno in anno delle locuste, cosi come quello delle aziende agricole coinvolte e gli ettari interessati: siamo partiti da 2 mila, poi 20, poi 30…”.  

“La politica anche se in ritardo, ha cercato e sta cercando di intervenire – ammette il direttore di Coldiretti Nu-Og Alessandro Serrama manca una seria comunicazione e soprattutto si è incagliata in un apparato burocratico. Avrebbero e devono informare sul reale peso del problema; quanti ettari interessa; quante aziende; qual è il flusso migratorio; dove si stanno dirigendo; quali sono i territori potenzialmente a rischio; quanto tempo servirà per debellare questa piaga; quali e quanti trattamenti stanno svolgendo e quanti ne servono; sono efficaci o stanno pensando di intervenire in modo diverso; quanti mezzi e persone hanno a disposizione; cosa possono fare le aziende. Sono tutte informazioni utili anche perché avere il quadro preciso è propedeutico per poter programmare con cognizione di causa. Ma è anche fondamentale per le aziende avere queste informazioni e potrebbero in base a queste programmare anche le proprie attività”.

“L’incertezza non aiuta ma crea divisioni e accresce il nervosismo anche perché a distanza di quattro anni in cui stanno lottando anche con il covid e gli effetti delle guerre le perdite sono ingenti – aggiunge Leonardo Salis. Coldiretti, insieme alle aziende sono disponibili a collaborare e danno la massima disponibilità perché l’unico obiettivo è quello di sconfiggere questa invasione”.

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