Nel 2017 la Regione Sardegna pubblicava un bando per l’installazione di 650 colonnine di ricarica (300 lente, altre 300 di media velocità e 50 per la ricarica veloce) e l’erogazione del servizio. Il piano della regione era concepito per promuovere la mobilità ‘sostenibile’ soprattutto nelle aree più popolate. Nel 2017 erano ancora pochissimi i comuni in Sardegna già dotati di colonnine di ricarica – tra questi, Olbia e Birori, un piccolo centro abitato nella provincia di Nuoro, posto all’incrocio strategico tra le statali 129 e 131, spiccavano come apripista della mobilità elettrica nell’Isola.
Uno sguardo allo stato attuale mostra come la situazione nell’isola sia effettivamente mutata, con la comparsa di un gran numero di colonnine/stazioni di ricarica quasi ovunque, nonostante gli effetti del bando della Regione non siano ancora visibili. Se si pensa alle colonnine di ricarica veloci (50 sono quelle previste), se ne individuano nell’Isola meno di una decina, che si riducono ulteriormente se si considera quelle accessibili a tutti (non Tesla) e funzionanti. Una è presente a Sanluri e una all’aeroporto di Elmas.
In attesa che gli ‘effetti’ del bando si facciano sentire, non possiamo fare a meno di notare un’anomalia. Basandoci sulla mappa fornita dalla app di Nextcharge (confermata anche da altre app come Chargemap e eCharge) notiamo una pressoché totale assenza di stazioni di ricarica nei comuni del Medio Campidano quali Samassi, Serrenti, Villagreca, Nuraminis, Serramanna, Villasor, Villacidro (dove è presente in realtà una per la ricarica lenta, nella zona artigianale), ma anche Uras, Mogoro e Terralba. Compare, in questa lista, anche San Gavino Monreale che non ha al momento ancora alcuna stazione.
Fanno eccezione paesi come Guspini (che ha 13 stazioni di ricarica), o come Sardara, con 7 stazioni, e Sanluri, che ne ha 8, inclusa una per la ricarica veloce.
Sanluri e Sardara, in realtà, riflettono più la situazione in Marmilla che si presenta ben diversa: quasi tutti i piccoli centri abitati della Marmilla sembrano essersi infatti dotati della propria stazione di ricarica, mostrandosi decisamente avanti per quanto riguarda la mobilità sostenibile: ci sono Simala, Gonnosnò e Masullas che ne hanno 1, Collinas con 2, Curcuris e Pompu con 3, Gonnoscodina e Ussaramanna con ben 4 stazioni (in ciascuna stazione il numero di erogatori è variabile). Restiamo sorpresi perché queste aree sono apparentemente più rurali e meno popolate di altre che, invece, non hanno nemmeno l’ombra di una colonnina.
Da che cosa dipendono queste differenze? Perché centri di non poco rilievo, sia per numero di abitanti che per posizione strategica, come San Gavino e Villacidro, sembrano tardare rispetto ad altri luoghi forse meno frequentati dell’Isola? Per ora ci limitiamo a osservare questa anomalia e restiamo in attesa, sapendo che le cose, in quest’ambito, sembrano destinate a cambiare molto velocemente…
La.F.