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martedì, 16 Luglio 2024

Claudia Pinna, intervista a una campionessa infinita

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C’è un nome che riecheggia sempre nell’atletica sarda (e italiana): il nome di Claudia Pinna. Classe 1977, proveniente dal Comune di San Gavino, nel Medio Campidano, Claudia corre con il CUS Cagliari quasi ininterrottamente dal 1998, da quando era Promessa, di categoria e di fatto.

I titoli e i risultati conseguiti nella carriera sportiva di Claudia sono numerosi e di spessore: solamente l’anno scorso è diventata campionessa europea (europea!) della propria categoria, nei 5000 mt e nei 10 km di corsa su strada. Sempre l’anno scorso ha conseguito anche il titolo di campionessa individuale di cross della propria di categoria. A livello italiano tale titolo va a sommarsi ad altri sei ottenuti in carriera: tre nella categoria assoluti, uno ai campionati nazionali universitari e due nelle categorie master.

A livello sardo, poi, detiene i primati regionali assoluti dei 3000, 5000, 10000, mezza maratona e maratona. Insomma, non potevamo non conoscere meglio Claudia Pinna.

A: «Abbiamo citato diversi titoli da te vinti: sono tantissimi. Quale di questi ti rende particolarmente orgogliosa?»

C: «I titoli italiani assoluti, sia perché sempre arrivati in maniera inaspettata e sia perché conseguiti sempre con mille sacrifici, non avendo mai fatto la professionista, lavorando sempre a tempo pieno ed inoltre viaggiando per lavoro, facendo i turni e senza una agevolazione ne permessi speciali neppure quando ho vestito la maglia azzurra»

A: «”Lavorando a tempo pieno”.. “Viaggiando”… Di cosa ti occupi oltre la corsa?»

C: «Ho conseguito la laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche nel 2004. Ho lavorato qualche anno in farmacia e poi ho vinto un concorso pubblico per Agente Forestale e sono stata assunta nel 2008. Sinceramente quando partecipai al concorso credevo di poter fare l’Atleta, non avevo capito che il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna fosse una cosa diversa dall’allora Corpo Forestale dello Stato. Ma ormai è acqua passata, in sintesi da noi non esisteva il gruppo sportivo e quindi dal 2008 ho lavorato prima nelle stazioni forestali di Lanusei e Villacidro e dal 2010 sono nel nucleo investigativo regionale a Cagliari. Il poco tempo libero lo investo quindi negli allenamenti: me ne rimane poco facendo turni e viaggiando. Ma adoro cucinare e sono golosa, e poi quando posso mi diverto molto con i miei nipotini».

A: «Sicuramente una vita piena. Anch’io sono goloso: diciamo è uno dei motivi che mi spingono a correre (…). Tu dove ti alleni, solitamente?»

C: «Mi sono sempre allenata prevalentemente a San Gavino, paese dove risiedo. I lavori lunghi li eseguo su strada o sullo sterrato, mentre in periodi di avvicinamento alle gare in pista ovviamente faccio i lavori specifici qui. Ma sino al 2000 non avevamo impianti, quindi ci siamo sempre adattati. Ho sempre avuto un bellissimo gruppo grazie alla presenza continua ed indispensabile del mio allenatore, Lello Podda, che mi segue dall’età di 16 anni».

A: «Complimenti anche all’allenatore, allora. Torniamo ai risultati ottenuti e in particolare ai tuoi pb ottenuti su pista: 4’22” sui 1500 fatti a Sulmona nel 2011, 16’03” nei 5000 fatti a Celle Ligure nel 2006, 33’02” nei 10000 fatti a Bilbao nel 2012, 1h12’ nella mezza maratona (Udine, 2007), 2h37’ nella maratona (Francoforte, 2012)», tanto per citarne alcuni. Di quali pb vai più fiera?»

C: «Sicuramente quelli dei 10000 m su pista, in occasione della coppa Europa a Bilbao, dove per due secondi non ero scesa sotto i 33′. Poi quello della mezza maratona ( 1h12’44) in occasione della mia prima maglia azzurra nei mondiali di Udine, che sinceramente non ne capivo neppure il valore, e di contro il 4′ 22″60 nei 1500, arrivato a grande sorpresa il mese prima di una maratona, quando sempre a settembre coprivo con orgoglio le distanze dei 1500 e 5000 per il Cus Cagliari.
Mentre ho il rammarico per non essere scesa sotto i 16′ nei 5000, tempo che valevo, ma che a causa dell’insularità e del lavoro non è mai stato facile programmare le gare. Stessa cosa per la maratona, perché valevo sicuramente meno l’anno che ho corso a Francoforte nel 2012».

A: «Al di là dei tempi conseguiti, quali altre gare ricordi con maggiore soddisfazione?»

C: «Sicuramente le gare in pista sono quelle che mi hanno dato più soddisfazione, tra gioie e dolori come solo la pista può dare. Sono tante le soddisfazioni che mi ha dato anche la strada, soprattutto quando si facevano manifestazioni importanti come a Gonnesa, Olbia dove avevo la possibilità di confrontarmi con un cast di tutto rispetto. Su pista i ricordi più belli, oltre ai tanti campionati italiani disputati, ci sono i numerosi Terra Sarda, tra cui quello di Olbia del 2007 dove ho realizzato anche il mio PB sui 3000 MT (9’17”).
Non da ultimo la gara che negli ultimi anni mi ha dato maggiore soddisfazione è stata nel 2018, ai campionati italiani assoluti dei 5000 MT, dove gareggiavo con ragazze 20 anni più giovani di me, mi presentavo con un 17’05” di stagionale, perché provenivo da 3 mesi di stop per infortunio e riuscii ad arrivare ad 1″ dal podio con un grande tempo di 16’20”, realizzando anche il record italiano master 40! Un tempo che non mi sarei mai aspettata.
L’emozione più grande, oltre ai primi campionati italiani di società con il CUS Cagliari, in serie A oro, allo stadio olimpico di Roma nel 1997, e la nazionale assoluta, con la coppa Europa dei 10000m, a Cagliari, davanti ai miei amici e parenti. Questa è stata più difficile da gestire dal punto di vista emozionale, stupendo! Poi ero fresca dell’ultimo titolo italiano vinto, proprio nei 10000m su pista ad Isernia.

A: «Wow. E quali sono i tuoi prossimi obiettivi?»

C: «In questi ultimi tre anni ho avuto una serie di infortuni, conseguenza di una brutta distorsione avuta un mese prima della maratona di Amburgo, che non mi ha permesso continuità; pertanto ho dovuto inserire un lavoro alternativo di bici e nuoto che nell’ultimo anno ho imparato a gestire, anche se a scapito della corsa ovviamente.
Se durante gli anni migliori, tra turni di lavoro riuscivo a gestire 10 allenamenti di corsa, ora li gestisco con sole 5 sedute di corsa e gli altri in bici e nella piscina di San Gavino o nuoto mare.
Questo mi ha concesso di fare due triathlon lo scorso anno.

A: «Pure triathlon…»

C: «Quest’anno mi stavo impegnando per dare il mio contributo al CUS Cagliari per risalire in serie A oro, visto che lo scorso anno non avevo potuto gareggiare in quanto ero ferma per infortunio, invece ora mi trovo a rincorrere uno stato di forma perso in parte durante il lock down, dove ovviamente non si poteva correre. (…) A causa della mancanza della programmazione delle gare, di atletica una delle tappe che mi sono prefissata dopo il lock down in questo anno “sabbatico”, sono le gare di triathlon. Mi piacerebbe portare a termine il 70.3 ossia il mezzo Ironman che si dovrebbe disputare ad ottobre a Pula. Però sto continuando a correre e se la condizione migliora, non escludo di fare qualche gara interessante di atletica. In programma ci sarebbe il festival del mezzofondo e sarebbe azzardato pensare di partecipare ancora una volta agli Italiani Assoluti su pista. Vedremo come evolve senza stress. Mi sono anche iscritta ai campionati regionali del prossimo fine settimana, anche se la condizione non è sicuramente di livello, ho la curiosità di capire da dove posso ripartire».

A: «Quanto è importante per te fare attività sportiva?»

C: «Lo sport per me è uno stile di vita. Ogni giorno è programmato per lavorare e trovare il ritaglio di tempo per fare sport, ovviamente con sacrifici. Grazie allo sport sono riuscita a portare avanti gli studi sempre con costanza e profitto perché il tempo a disposizione era poco e dovevo imparare a gestirlo nella maniera migliore, ossia allenarmi meticolosamente e poi studiare per dare il massimo. Molti atleti che sono forti sono anche bravi a scuola, perché lo sport da una marcia in più. Per me l’atletica è stata la fonte delle vere amicizie su cui ancora oggi posso contare, quelle vere. I gruppi di allenamento create da ragazzini sono stati fondamentali per crescere in una determinata direzione, in un ambiente sano e divertente, ma allo stesso tempo con la condivisione del sacrificio e dell’impegno».

A: «Proviamo a dare un consiglio a chi si avvicina al nostro sport o ai genitori che vogliono scegliere uno sport per i propri figli»

C: «Io consiglio vivamente a tutti i genitori ovviamente di far fare sport ai propri figli sin dai primi anni di vita, sport inteso come gioco sino ad una certa età, non per far crescere dei campioni, ma per dar modo ad essi di crescere in un ambiente sano. Ovviamente io sono di parte e consiglio l’atletica leggera perché con le sue numerose discipline può far appassionare in maniera divertente. L’atletica ovviamente non è solo corsa. Mi dispiace che quando ero piccola io non ho avuto modo di poter apprezzare diverse specialità e magari diventare una eptatleta! Però io ho avuto la fortuna di avere insegnanti di educazione fisica in gamba, come il prof. Franco Melas e altri che hanno avuto un ruolo fondamentale alle scuole medie, quando ancora giocavo a fare atletica. Credo che siano indispensabili figure di riferimento che siano in campo ogni giorni e facciano sentire la propria presenza. A me non è mai mancata la figura dell’allenatore e di un gruppo, senza i quali non avrei gioito immensamente».

A: «Sei da anni un’atleta che vince e solo chi corre sa quanto è faticoso raggiungere ma soprattutto mantenere determinati ritmi. Dai, rivelaci un tuo segreto»

C: «Credo che uno dei miei segreti di longevità atletica sia che non ho mai fatto questo sport con assoluta dedizione, anzi, dopo ogni risultato andavo avanti senza pensare troppo. Forse perché sapevo che ormai non potevo fare la professionista e quindi ho sempre pensato di allenarmi e vincere ogni anno una sfida. Pensa che ogni anno credo che sia l’ultimo della mia carriera e questo me lo ripeto da otto anni. Di molte gare non ricordo molto se non se vado a rileggere statistiche che trovo on line o mi sfoglio le mie agende personali» (altro segreto: dal 1993 Claudia si appunta quotidianamente i suoi allenamenti).

A: «Penso e spero che continueremo a parlare di te per molti altri anni».


Intervista realizzata per la pagina Atletica Sardegna da Andrea Mura, che ringraziamo per la gentile concessione.

Link all’intervista originale: facebook.com/290245168082357/posts/998993430540857/

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