Dopo la chiusura delle liste elettorali, in vista delle Elezioni Regionali del 24 Febbraio 2019, abbiamo invitato tutti i candidati sangavinesi a contattarci per un’intervista conoscitiva, in modo da presentarsi alla cittadinanza in vista del voto.
Oggi vi presentiamo Silvia Mamusa, che già conosciamo per il suo ruolo di consigliera comunale di minoranza nel Comune di San Gavino Monreale e che si candida per un posto nel consiglio regionale tra le fila del Partito Democratico.
L’abbiamo raggiunta per porle alcune domande.
Buongiorno Silvia. Il tuo impegno politico è di lunga data e riconosciuto da tutti, negli ultimi anni hai ricoperto – tra i tuoi vari impegni – anche l’incarico di Consigliera Comunale. In un momento in cui l’antipolitica e i populismi sembrano prendere il sopravvento, come pensi di proporti agli elettori?
Intanto, ringrazio per lo spazio che San Gavino Monreale . Net mi offre in qualità di candidata al ruolo di Consigliera Regionale. Credo che ci sia una diffusa disaffezione da parte degli elettori nei confronti della politica e dei partiti o movimenti politici. Questo è comprensibile e riconducibile alle scelte, anche agli errori commessi dalla politica troppo spesso autoreferenziale, poco protesa all’ascolto dei bisogni reali della comunità. Spesso, trasformismi e cambiamenti opportunistici, derivati esclusivamente da meri interessi individuali e affatto tesi al reale impegno per la collettività, allontanano gli elettori In questo clima generale penso che, comunque, l’elettore sappia riconoscere il vero impegno e il reale interesse di chi si propone con semplicità, ma soprattutto con coerenza. Esistono due fattori che si possono coniugare: continuità e innovazione, la necessaria esperienza e l’opportuno ricambio generazionale. Oltre alle specifiche competenze individuali , credo sia importante l’esperienza in funzione dell’attività e del ruolo che si intende ricoprire. Mi occupo di politica da tempo come esponente del centrosinistra , ho un’ideologia chiara e delle priorità che perseguo nell’agire amministrativo e nelle proposte programmatiche, questa attenzione si dispiega nell’operato portato avanti prima come Assessora ai Servizi Sociali, poi come Consigliera Comunale e come Segretaria del PD. Sono convinta che la rappresentatività nasca da un accordo tacito tra l’elettorato e il rappresentante politico: non sussiste una distanza di ruoli tra politica e cittadinanza, la prima è al servizio di quest’ultima con un impegno e un mandato da espletare con dovere e correttezza.
A parte il programma del Partito Democratico, quali sono gli obiettivi/battaglie personali che vorrai portare in consiglio regionale?
Il nostro territorio necessita di una nuova pianificazione economica che sappia ripartire dalle sue peculiarità e arrivare ad una programmazione che non ne snaturi la vocazione agricola, turistica e culturale Abbiamo tanti problemi da affrontare: l’avvio del Nuovo Ospedale, l’adeguamento della viabilità territoriale, la ripresa dell’occupazione; la riconversione di alcune attività industriali; la riqualificazione turistica attraverso la tutela dei beni culturali e delle ricchezze archeologiche; il rilancio dell’agricoltura e dell’artigianato; l’attenzione per il disagio, la disabilità, la povertà, la salute; il sostegno ai diritti civili; la tutela dell’ambiente e del nostro territorio (la nostra ricchezza)che passa attraverso la lotta alle speculazioni economiche; il sostegno all’istruzione e la lotta alla dispersione scolastica con progetti di recupero delle strutture scolastiche, l’avvio di nuovi percorsi formativi più aderenti alle esigenze territoriali. Molte sono le questioni aperte da affrontare con decisione ed impegno.
Alle ultime elezioni regionali l’affluenza si è fermata al 52% circa. Si può affermare che l’astensionismo sia il vero grande nemico da battere?
L’astensionismo è un fenomeno davvero preoccupante, rappresenta la rinuncia all’uso di un diritto conquistato con impegno e sacrificio. Ricordiamoci che, in Italia, il suffragio universale è un diritto esteso a tutti soltanto dal 1945, fino al 1918 era uno strumento di partecipazione democratica ad uso esclusivo maschile con preclusioni di censo e d’istruzione. Pertanto, la rinuncia al libero ed incondizionato uso dei propri diritti è un segnale di grande sfiducia nella classe dirigente e deve essere un indicatore significativo di un cambiamento per la politica: rappresenta la richiesta di innovazione nelle scelte programmatiche e nella rappresentanza. Per questo, credo che l’elettore non soddisfatto dai suoi rappresentanti, abbia la possibilità di cambiare con una scelta innovativa nei contenuti e nelle persone. Con Massimo Zedda credo che questo sia possibile. Il nostro candidato alla presidenza della Regione Sardegna è innovativo perché rappresenta una nuova classe politica e coniuga la novità all’esperienza, ha amministrato con competenza e cambiamento Cagliari, il nostro capoluogo di Regione. Sono felice di poter condividere questo percorso elettorale con lui e spero che l’elettore possa riprendere fiducia per sostenere la sua candidatura e la mia proposta per il Medio Campidano.
Il Medio Campidano è un territorio molto vasto e la “concorrenza interna” sarà molto forte, in quella che è sempre stata storicamente una provincia di sinistra. La tua campagna per farti conoscere oltre San Gavino sarà “online” (come insegnano anche le ultime Politiche, vinte e/o perse sul web da nuovi e vecchi partiti) oppure di stampo più “tradizionale”?
La provincia del Medio Campidano è prevalentemente governata da amministrazioni vicine al centrosinistra. Questo dato restituisce una immagine della comunità con la quale ci può essere una comunanza di idee e di obiettivi. Un dato positivo con il quale l’elettorato mostra un approccio vicino alle nostre idee. Con la comunità e con l’elettorato non deve mancare mai un filo diretto di comunicazione e di confronto, una relazione costante sull’operato della politica, la possibilità di un controllo permanente delle attività e delle scelte compiute dalle amministrazioni. La mia campagna elettorale sarà pertanto organizzata in collaborazione con l’organizzazione alla quale appartengo, sostenuta dagli iscritti del PD, con un’informazione diretta al coinvolgimento di tutti gli elettori di San Gavino Monreale e del territorio del Medio Campidano, con materiale informativo cartaceo, incontri di presentazione pubblica, gestione di pagine politiche sul social media, partecipazione a programmi radiofonici, incontri personali con i cittadini interessati ad un confronto diretto. Non credo che sia sufficiente una campagna di informazione mediatica, ma sia invece opportuna una costante attività di contatto personale.
Ultimo punto, ma non meno importante. Sei sempre stata impegnata con la Commissione Pari Opportunità: come valuti la nuova legge elettorale che prevede la doppia preferenza di genere?
Mi occupo da tempo di azioni di promozione delle pari opportunità su diversi fronti: disabilità, multiculturalità, contrasto all’omofobia, contrasto alla violenza sulle donne…ho affrontato questi temi cercando di creare servizi per la cittadinanza e per il territorio e promuovendo azioni di sensibilizzazione in collaborazione con Commissione Pari opportunità, associazioni, istituti scolastici e Istituzioni locali. Credo che, sul tema delle pari opportunità, ci sia molto lavoro da fare: pensiamo al diverso trattamento in ambito occupazionale , la particolare attenzione in fase di assunzione dovuta all’eventuale congedo per maternità, soprattutto in ambito privato con conseguenti ricadute sul piano demografico e sulla sfida della natalità abbandonata da molte donne per questioni lavorative. Il tema su cui dobbiamo lavorare è complesso, ma va affrontato con l’attivazione di servizi di supporto e di tutela adeguate. La nuova normativa sulla doppia preferenza e sulla formazione delle liste con equa rappresentanza di genere al 50% consente la possibilità di una maggior rappresentatività per le donne. Uso il termine possibilità proprio perché le donne devono poter partecipare al confronto elettorale con un equa possibilità di partecipazione ed essere SCELTE per riconosciute competenze. Nel Consiglio Regionale uscente erano presenti 4 donne su 60 Consiglieri. Questo dato è significativo e consegna un dettaglio chiaro sull’esigenza di questa nuova normativa che subentra e regolamenta l’attuale competizione politica. Massimo Zedda ha sottoscritto un impegno con l’Associazione regionale Coordinamento 3: la Carta di Parità, con impegni precisi su pari opportunità ed equa rappresentatività. Ciò che condivido della proposta del nostro candidato è appunto la capacità di partire dal resoconto di ciò che si è fatto oltre alla proposta di ciò che si farà, partendo dalla VERITA’ DEI FATTI. Su questo e altri temi invito gli elettori a sostenere Massimo Zedda Presidente della Regione e la mia proposta come Consigliera Regionale per il Collegio del Medio Campidano.
Credo che la politica per il Medio Campidano e per le donne sia possibile.