Ne avevamo parlato tre settimane fa, e nei giorni in cui il Cagliari presenta ai suoi tifosi il nuovo stadio che sorgerà dalle ceneri dell’ormai decadente Sant’Elia (con i lavori che cominceranno nella primavera del 2017 e termineranno in tempo per il campionato 2019-20), il sogno sangavinese che vi avevamo anticipato torna prepotentemente alla ribaltà.
Dell’argomento ha parlato oggi il più autorevole quotidiano sardo, L’Unione Sarda, che nelle pagine sportive si è interrogata sul destino che porterà il Cagliari per due stagioni lontano dal capoluogo. Meglio emigrare temporaneamente a Olbia, come ha ipotizzato di recente la stessa società rossoblù (con un impianto che resterebbe a disposizione della società gallurese appena entrata in orbita Cagliari), oppure è necessario valutare con la massima attenzione tutte le possibili destinazioni del sud Sardegna?
Tralasciando le più sottintese constatazioni (il Cagliari è la nazionale della Sardegna ma il cuore del suo tifo risiede al sud), siamo certi che la società rossoblù ha tutto il tempo e le intenzioni per non lasciare nulla di intentato valutando tutti i pro e i contro di un (seppur momentaneo) significativo allontanamento dalla sua collocazione naturale. San Gavino ha già dato la sua disponibilità, ora la palla passa al Cagliari. Il Medio Campidano, con la sua fame di calcio e di Cagliari, risponderebbe presente.
Enrico Pilia, capo della redazione sportiva de L’Unione Sarda, in “L’opinione – Dove giocherà la squadra aspettando il nuovo stadio?”, scrive:
Se il futuro sembra ormai in cassaforte, sotto il profilo della struttura di sicuro, c’è il presente da disegnare con attenzione. Perché il tifoso rossoblù è il primo interlocutore, l’interfaccia del grande lavoro che fa la società. Mentre il Sant’Elia verrà abbattuto e ricostruito, il Cagliari dovrà giocare da un’altra parte. L’ipotesi Quartu garantirebbe meno disagi, quella di San Gavino consentirebbe ai più lontani di fare meno chilometri. Lo spostamento a Olbia per le partite casalinghe appare come un azzardo. Il tifoso anche stavolta metterà il cuore oltre la Carlo Felice?
Alberto Masu, nell’articolo intitolato “Il gioiello del Cagliari / Stadio, i lavori partiranno nel 2017 / Tifosi perplessi su Olbia per le gare in casa fino al 2019”, spiega:
Una soluzione, quella gallurese, che fa storcere il naso ai tifosi del cagliaritano. Per questo, il consigliere comunale Ferdinando Secchi, con una nota, esprime le sue perplessità per la scelta di Olbia e lancia un appello “a tutti i sindaci della provincia per proporre alla società Cagliari Calcio delle soluzioni atte ad ospitare la squadra”. Appello accolto in primis dal sindaco di San Gavino, Carlo Tomasi. “Noi ci siamo e la nostra proposta è sempre valida, visto che San Gavino ha tutte le caratteristiche necessarie per ospitare una squadra importante come il Cagliari”
Abbiamo contattato il consigliere del Comune di Cagliari, Ferdinando Secchi, che nelle ultime 24 ore si è esposto a nome di tutti i tifosi del sud Sardegna, appellandosi al Cagliari ed ai comuni del cagliaritano (tra i quali ci includiamo senza indugio) affinchè si faccia tutto il possibile per individuare una sede alternativa alla lontana Olbia. Abbiamo chiesto al consigliere (che sta seguendo passo dopo passo l’iter di costruzione del nuovo Sant’Elia) di dirci qualcosa in più.
Perché è così importante che il Cagliari non si allontani dal sud Sardegna?
Per permettere a tutte quelle persone che si sono riavvicinate alla squadra grazie alle politiche attuate dalla società del Presidente Giulini di poter continuare a sostenere la squadra dal vivo e non davanti alla televisione.
Sono certo che la società valuterà bene questa scelta, perché oltre alla sostenibilità del nuovo stadio si dovrà consentire ai tifosi di Cagliari e di tutta la vecchia provincia di vedere le partite casalinghe nel periodo di costruzione senza fare enormi e costosissimi sacrifici. Con lo spostamento ad Olbia si rischia di compromettere un rapporto che pian piano la società sta ristabilendo con i sostenitori della squadra.
Vicinanza con Cagliari (50 km) e SS 131 (6 km), ospedale, collegamento ferroviario diretto con Elmas Aeroposto (soli 35 minuti), area idonea alla temporanea sistemazione dell’impianto (lavori a carico della società, che possiede già i materiali, ndr), bassa onerosità degli interventi necessari a carico del Comune, scarsa incidenza degli spostamenti sul piano del logorio fisico dei calciatori, sono i principali (ben 7) punti di forza della candidatura di San Gavino. Come valuta questa possibilità?
Molto bene, credo che ci siano le condizioni perchè la città del Medio Campidano possa proporsi per ospitare la squadra rossoblù ed i suoi tantissimi tifosi. Io e tantissimi supporter abbiamo considerato che per la città di Cagliari la destinazione Olbia sarebbe improponibile. Una grande delusione (penso sopratutto ai bambini ed ai ragazzi) per chi segue il Cagliari al S.Elia non poter seguire la squadra e anche per chi volesse vedere le partite casalinghe quella scelta significherebbe effettuare trasferte di 10 ore per ogni partita, precludendo la visione dal vivo di tutti gli anticipi ed i posticipi. Quindi niente di personale contro Olbia ma qui a Cagliari tifiamo decisamente per S.Gavino Monreale.
Luca Fois