È maggio quando alcuni ragazzi sangavinesi, da sempre al centro della vita sociale del paese, si trovano tra le mani il bando “Giovani protagonisti della Comunità” promosso dal PLUS.
Qualche incontro tra associazioni, qualche scambio di opinioni sulle diverse idee e nasce “Riqualificazione Piazza Salvo D’Acquisto”, un progetto ambizioso che prevede di riappropriarsi di una zona abbandonata nel centro urbano del paese, con l’obiettivo di farla risplendere grazie all’opera di semplici cittadini, perlopiù giovani.
Le associazioni del paese coinvolte sono la Consulta Giovanile Sangavinese, Rip/Art, Kenémeri, col supporto della “Città dei Giovani” e della cooperativa Koinos.
Il fondo a disposizione per l’intero progetto è di 1.000 euro, terminati a poche ore dall’inizio dei lavori dopo l’acquisto di tutto l’occorrente. A questa cifra si sono poi aggiunte le donazioni spontanee dei cittadini e i soldi presi dal fondo cassa di ogni associazione partecipante. Questi soldi sono stati importanti affinché si riuscisse a completare l’opera che attualmente primeggia nella piazza, una scultura in ferro realizzata da Nicola Cantile, Carlo Concas, Elisabetta Mallocci, Luca Piras e Luca Congia di Rip/Art.
L’opera è alta due metri e mezzo e raffigura una “pintadera” rivisitata, emblema storico della Sardegna. All’interno della scultura, si trova la dea madre, simbolo di fertilità e buon augurio, mentre il tutto viene sorretto da un uomo e una donna pre-nuragici. Le panchine, le stradine interne alla piazza, il muro, gli alberi, le aiuole, insomma tutto ha preso nuova vita grazie al lavoro di questi volontari. Piazza Salvo D’Acquisto, oltre ad essere stata riqualificata in ogni suo punto, è stata abbellita da uno sfondo bianco in cui, in nove riquadri differenti, sono stati inseriti attraverso la pittura, simboli inerenti al tema della sardità.
I lavori di riqualificazione, in senso stretto, sono iniziati il 17 settembre per terminare con la serata di inaugurazione del 1° Novembre. Dopo aver chiacchierato con alcuni dei ragazzi coinvolti nel progetto, capiamo che più di un lavoro, è stato un momento di aggregazione importante, un momento in cui persone apparentemente molto diverse tra loro, si sono unite con l’unico obiettivo di migliorare la condizione di un punto desolatamente abbandonato del paese.
Ciò non toglie però, che il lavoro sia stato impegnativo, stancante e complesso, ma allo stesso tempo divertente, soprattutto per il tipo di ambiente che si è creato, dove spesso l’ironia l’ha fatta da padrona. Ai lavori, in maniera del tutto spontanea, hanno preso parte anche alcuni dei ragazzi arrivati qualche mese fa a San Gavino, partiti dall’Africa per un lungo viaggio che li ha portati sino a noi, dopo aver affrontato il mar Mediterraneo in tempesta, con degli azzardati barconi. I ragazzi si sono integrati subito col gruppo, da cui hanno ottenuto affetto e credito immediato.
Tra gli elementi caratterizzanti il progetto non si può non citare la fiducia tra i partecipanti, ma anche l’affetto e la stima ricevuta dall’esterno, anche grazie ai sempre troppo bistrattati social network: i post sulla pagina Facebook del sito San Gavino Monreale . Net hanno raggiunto numeri impensabili alla vigilia.
La domanda sorge spontanea, ma se un’amministrazione comunale volesse affidare lavori del genere a una ditta esterna, quanto spenderebbe? E soprattutto, riuscirebbero a finire i lavori entro dieci anni? Non pensiamoci e vediamo il lato positivo della vicenda, un gruppo di giovani e meno giovani così volenteroso e voglioso di riappropriarsi del proprio paese, forse, ce l’abbiamo solo noi. E andiamone orgogliosi.
Luca Fois