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martedì, 3 Dicembre 2024
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Alessio Murgia, una promessa del calcio

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Quando indossi quella maglia, quella con la numero 10 incollata sulla schiena, non importa quali sono i tuoi colori. L’unica cosa certa è che non puoi mai permetterti, per nessuna ragione al mondo, di fare giocate mediocri. Anche se hai 18 anni.

Lo sa bene Alessio Murgia, “el diez” della Primavera del Cagliari, che a suon di gol e assist, sta spingendo il team sardo ai vertici del girone B del campionato.

Alessio Murgia
Alessio Murgia

Murgia nasce a San Gavino Monreale l’1 giugno del 1997 e tira i suoi primi calci nel Circolo Santa Teresa. Cresce calcisticamente nella Monreale fino a quando, nel 2007, arriva la chiamata dai rossoblù dove compie tutta la trafila nelle giovanili, fino all’affermazione della scorsa stagione in Primavera.

Agisce come metronomo sulla mediana – protetto, a turno, dai vari Auriemma, Scanu o Colombatto – oppure sulla trequarti, libero di giostrare da fantasista puro e ispirando le punte Davide Arras e Federico Serra. Cambia la posizione, ma il risultato resta invariato: la palla circola dove decide lui.

Alessio Murgia
Alessio Murgia

63 chili distribuiti su 166 cm, baricentro basso e tempi di reazione rapidissimi tra pensiero e atto della giocata: sembra avere la testa al posto dei piedi.

Destro naturale e raffinatissimo, il giovane cagliaritano coniuga con disinvoltura l’ordine alla fantasia, l’alfa e l’omega, intorno ai quali si sviluppa il suo modo di giocare al calcio. Detta i tempi con la sicurezza di un veterano e incide in zona gol, sia per suggerimenti, sia per realizzazioni, come nessuno alla sua età. Nelle prime 5 partite di campionato, ha siglato già 3 reti e servito 2 assist: impallinate nell’ordine, Salernitana, Chievo e Inter.

Il primato della squadra di Max Canzi è soprattutto merito suo. Una crescita veloce quella del folletto sardo, che gli ha permesso di vestire la maglia del “Casteddu” già trenta volte in appena una stagione e mezza. Versatile, ordinato e freddo sotto porta, ma sempre con la testa da “diez”.

Fonte: Michele Santoro, Promesse del Calcio

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