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domenica, 22 Dicembre 2024

Sepolture a San Gavino Monreale

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La vita insediativa di una comunità si può comprendere – anche – dal tipo di sepolture che sono presenti nel suo territorio; San Gavino Monreale non fa eccezione.

Sepolture a San Gavino Monreale
Sepolture a San Gavino Monreale

Per il periodo nuragico sono tanti gli esempi di sepolture: per quella chiamata cultura di Ozieri o di San Michele, era importante il culto dei defunti che ruotava intorno a tombe ipogeiche e a sepolture a circolo. In località di Santa Croce furono trovate diverse ossa umane, cosa che può far pensare alla presenza di una tomba di giganti. Altri esempi di sepolture nuragiche – con quelle puniche – si trovano in località di nuraxi ortillionis; in questo insediamento abbiamo traccia di riti funebri a mezzo di cremazione, tecnica usata dai punici, mentre i nuragici erano soliti usare quella dell’inumazione. Si ha una maggiore certezza di tombe puniche in località Santa Severa: i semplici corredi funerari furono rinvenuti nel 1966.

Per l’epoca romana abbiamo diverse testimonianze: il corredo funebre di Bia Umbu, l’importante necropoli trovata sotto Via Vittorio Veneto e databile tra il 50 a.C. e il 50 d.C., così come le altre tombe rinvenute tra la via Convento e la via Roma (vicino alla chiesa di Santa Chiara); ultima, ma non meno importante, è la lastra marmorea tombale in località Giba Onidi (trovata nel 1947) e appartenente a Silvanus Tantilianus. Di probabile attribuzione ai Vandali è invece una tomba in pietra al confine con Sanluri Stato.

Per il Medioevo due sono i luoghi considerevoli di sepolture: il convento di Santa Lucia e la chiesa di San Gavino Martire. In su guventu sono state rinvenute due lapidi che fanno pensare all’origine greco-orientale dell’edificio: la prima lapide commemorativa menziona gli uomini di Basilio, nella seconda si nomina un certo Aetione. Appartengono invece al XII-XIII secolo le sepolture, la prima di un certo MERLI, forse un mercante pisano o un superiore del convento stesso, la seconda appartiene ad IMELDA DE PORCARI.

Nella chiesa di San Gavino Martire invece, sono state rinvenute diverse sepolture, anche perché affianco era presente il cimitero della comunità sangavinese, che durò fino agli inizi del XX secolo. Nella zona dell’edificio di culto furono trovati diversi vani tombali e, se si prende per vero l’idea secondo la quale sotto la chiesa (o comunque nelle sue vicinanze), ci sia qualche cripta, si potrebbe dire che l’area sia una vasta ed importante area cimiteriale; altre tombe furono rinvenute nelle zone circostanti l’abitato e pare apparterrebbero a epoche differenti.

Il cimitero vero e proprio fu ufficialmente usato fino al 1921; durante vari lavori furono scoperte tombe risalenti al XIV secolo, con diversi resti addirittura più antichi. La chiesa rimase però cappella cimiteriale anche dopo lo spostamento del titolo di parrocchia nella chiesa di Santa Chiara: le sepolture però erano di persone comuni; durate l’epidemia del XVII secolo i morti furono sepolti in fosse comuni su alcuni strati sovrapposti. Fu a partire dal XIX secolo che la zona cimiteriale venne recintata ed ampliata fino all’area della chiesa di Santa Severa, e ancora più tardi completamente chiusa per fare posto al Cenacolo Cuore Immacolato e Addolorato di Maria.

Alberto Serra

Per approfondire:
AAVV, Appunti storici su San Gavino Monreale, 1982.
CASTI A, Santu Aingiu martiri, sa cresia de is Giugis de Arborea, 1999.
CASTI A, Lionnòra in Santu ‘Engiu, 2012.

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