È semplicemente inaccettabile che moltissimi comuni sardi, dalla Barbagia di Seulo alla Trexenta e alla gran parte del Medio Campidano, si trovino privati del servizio di guardia medica durante il Capodanno. Non stiamo parlando di un “semplice disguido”, ma di un grave disservizio che mette a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini. Il comunicato della ASL del Medio Campidano, che si limita a dichiarare che le cause “non dipendono dalla ASL”, rappresenta un’offesa all’intelligenza e al diritto dei cittadini di avere risposte concrete.
La realtà è che i medici esistono e sono presenti. Se così non fosse, chi garantirebbe i turni nei periodi che non coincidono con le festività di Natale e Capodanno? È evidente che questo non è un problema di assenza totale di personale, ma di cattiva gestione delle risorse, di pianificazione fallimentare e, probabilmente, di scelte politiche poco lungimiranti. Non è accettabile che, mentre in altri periodi dell’anno i turni vengano coperti, durante le festività natalizie si lascino interi territori senza un servizio fondamentale come quello della guardia medica.
Il problema, inoltre, non riguarda soltanto alcuni comuni, ma si estende alla stragrande maggioranza dei territori della Sardegna. Questa mancanza non è solo un disagio momentaneo: è una condanna per i cittadini, che sono costretti a riversarsi nei pronto soccorso, già allo stremo, e a sostare per ore e ore in attesa di assistenza. E se qualcuno dovesse morire in questa situazione di emergenza, di chi sarà la colpa? Del fato, perché “doveva andare così”? Oppure dei disservizi di una sanità incapace di rispondere ai bisogni primari della popolazione?
Scaricare la responsabilità su entità astratte o su chi non ha le leve per intervenire è un atteggiamento vile. Se la colpa non è della ASL, allora è dei sindaci? Dell’assessore regionale alla Sanità? Dei medici in ferie? La realtà è che non si può continuare a giocare al rimpallo mentre la sanità pubblica crolla e i cittadini pagano il prezzo più alto.
Questo disservizio è la cartina tornasole di una mala gestione che, anno dopo anno, sta svuotando la sanità sarda, trasferendo il peso di una programmazione fallimentare direttamente sulle spalle dei cittadini. È una vergogna che non può essere tollerata, soprattutto perché la salute è un diritto costituzionalmente garantito, non un lusso a cui si può rinunciare a seconda del calendario.
Le famiglie sarde, in questo Capodanno, si troveranno ancora una volta sole di fronte alle emergenze, costrette ad affidarsi al caso e a un sistema sanitario che ha già dimostrato di non essere in grado di tutelarle. La domanda rimane: chi si assumerà la responsabilità di questa situazione? È tempo che qualcuno lo faccia, perché il diritto alla salute non può continuare a essere calpestato dietro un muro di silenzi e scuse.