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Portovesme Srl, fumata nera al Mimit. Regione e Sindacati contro Glencore, si apre uno spiraglio?

Il vertice romano al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Portovesme Srl si conclude con un nulla di fatto da parte di Glencore, ma con uno spiraglio: il Governo starebbe vagliando una manifestazione di interesse da parte di un soggetto disponibile a valutare l’eventuale acquisizione della linea di produzione dello zinco, attualmente in capo alla multinazionale svizzera.

All’incontro con il ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto e i rappresentanti di Glencore, hanno preso parte per la Regione Sardegna l’assessore dell’industria Emanuele Cani, l’assessora del lavoro Desirè Manca e l’assessora dell’ambiente Rosanna Laconi, quest’ultima da remoto.

“Continua a essere evidente la totale chiusura da parte della società a valutare qualunque ipotesi che contempli il mantenimento in funzione dell’impianto di produzione dello zinco”, ha commentato l’assessore Cani. “Noi come Regione abbiamo ribadito la necessità di tenerlo aperto, e nonostante le perplessità del caso, ha concluso l’assessore, guardiamo con cauta fiducia alla manifestazione di interesse da parte di un soggetto imprenditoriale interessato a rilevare la linea zinco”.

“La Cgil non è disponibile ad accettare scambi al ribasso o attese inutili mentre si chiudono le produzioni, si mandano a casa i lavoratori e le lavoratrici degli appalti e si prende tempo in attesa di progetti alternativi alle produzioni di zinco e piombo”: è piuttosto severo il giudizio dei segretari regionale e nazionale Cgil Fausto Durante e Pino Gesmundo sull’esito dell’incontro di oggi al Mimit.

“La Glencore non vuole più produrre piombo e zinco in Sardegna e questo deve indurre tutte le parti in causa, a partire da Governo e Regione, a fare tutto ciò che serve per garantire che quelle produzioni siano mantenute nel sito di Portoscuso, anche attraverso l’individuazione di altri soggetti industriali, ma è evidente che sino a quando questa circostanza non sarà realizzata, Glencore dovrà garantire sia la prosecuzione in marcia della linea zinco indispensabile per la funzionalità e l’efficienza degli impianti per il soggetto industriale che auspicabilmente arriverà, sia la continuità dei rapporti di lavoro di tutti gli addetti, diretti e indiretti”, tuonano dal sindacato.

Si tratta quindi di chiarire, con fatti concreti, “se il Governo vuole utilizzare o no tutte le carte che ha per rendere coerenti le affermazioni sulla strategicità delle produzioni della Portovesme srl e sul fatto che piombo e zinco sono materie prime importanti per il Paese. Se è così allora deve spendersi realmente per non permettere l’abbandono di quelle produzioni e non solo per sposare gli intendimenti della Glencore su un progetto, quello del litio, del quale si potrà discutere quando sarà il momento, ma sin da ora deve essere chiaro che le eventuali produzioni future di litio dalla black mass potranno essere aggiuntive e non sostitutive di ciò è strategico per il Paese, per la Sardegna, per il territorio”.

Intanto, ricorda la Cgil, “c’è una spada di Damocle che pende sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici, in modo particolare di quelli delle ditte d’appalto, ad alcune delle quali la Portovesme srl ha già comunicato lo stop di ogni futuro contratto”. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che dal 31 dicembre, fra poco più che venti giorni, non avranno più né un rapporto di lavoro né la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali.

“Ci sono due settimane di tempo – concludono i rappresentanti sindacali – il Governo oggi ha preso l’impegno di trovare altri interlocutori per la presa in carico delle produzioni e questo può rappresentare la giusta direzione solo ed esclusivamente se ci sarà un risultato, se gli impianti non verranno fermati, se si continuerà a produrre piombo e zinco in Sardegna. Su questa azione si misurerà la coerenza e il reale impegno del ministro e del governo”.

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