Con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, riapre la stagione dei funghi e come ogni anno, sono molti gli appassionati che si avventurano all’interno dei boschi alla ricerca di porcini, ovoli, finferli, così come sono numerosi i casi d’intossicazione e avvelenamento dovuti ad una errata determinazione micologica.
Il terreno umido e una temperatura mite sono le condizioni ottimali per la nascita dei funghi nei boschi, le specie sono tante e non tutte commestibili, spesso si differenziano tra loro per caratteristiche che soltanto un esperto micologo sa riconoscere, alcune specie vanno consumate previa spellatura o bollitura, altre presentano parti commestibili e parti non commestibili. Andar per funghi
è divertente e rilassante, l’importante però è che la raccolta venga effettuata in sicurezza, per sé e l’ambiente che ci circonda.Nonostante in Sardegna non esista ancora una concreta regolamentazione che tuteli i funghi (più volte auspicata dalla nostra associazione) è doveroso seguire queste importanti regole:
• Non usare rastrelli o altri strumenti che potrebbero danneggiare gravemente tutto l’apparato produttivo fungino.
• Non raccogliere esemplari troppo giovani o in cattivo stato di conservazione.
• Consumare quantità moderate, i funghi sono sempre un alimento difficile da digerire.
• Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e nei terreni coltivati con pesticidi.
• Girare sempre con un cestino e mai con un sacchetto di plastica, in modo da diffondere le spore del fungo.
• Non raccogliere mai i funghi in maniera indiscriminata, tenendo conte che anche il fungo velenoso deve poter continuare la sua opera a favore dell’ambiente.
Anche il metodo di raccolta è una operazione da non sottovalutare, il fungo va afferrato alla base ed estirpato con una leggera rotazione, senza scavare intorno, perché potremmo distruggere il micelio, che possiamo paragonare ad un albero, di cui il fungo costituisce il suo frutto. Una volta pulito accuratamente con un coltello adatto (coltellini specifici dotati da una parte dalla lama e dall’altra estremità di un utile pennellino per togliere delicatamente la terra dal cappello) si ripone ne cestino.
È bene non fidarsi delle credenze popolari per la determinazione di un fungo:
• Non è vero che tutti i fungi mangiati dagli animali sono commestibili.
• Non è assolutamente vero che qualsiasi fungo dopo prolungata cottura diventa commestibile.
• Non è vero che i funghi che cambiano colore al taglio (viraggio) sono tutti velenosi.
• Non è vero che i funghi nati sui prati sono sicuramente commestibili.
• Non è vero che i funghi commestibili a contatto con quelli velenosi diventano a loro volta velenosi.
È quindi doveroso rivolgersi a un esperto prima di consumare i funghi se non si è assolutamente sicuri della loro commestibilità. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito dell’Associazione Micologica Monte Linas.
Claudio Seda