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mercoledì, 14 Agosto 2024

Turismo, Sardegna tra le prime 5 destinazioni per vacanze lunghe

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L’Isola tra le prime 5 destinazioni per “vacanze lunghe” ma il recupero sulle presenze pre-Covid è ancora lungo: -6,2% sul 2019. Meloni e Serra (Confartigianato Sardegna): “Necessarie nuove soluzioni per il turismo: destagionalizzare e diversificare l’offerta oltre le coste e verso l’interno”. Più di14milioni di presenze: 8 milioni i sardi e quasi 7 gli ospiti del resto del Mondo.

La Sardegna nel 2023 si è confermata tra le prime cinque destinazioni regionali in Italia per vacanze lunghe (4 giorni e più). L’Isola era, infatti, al quinto posto anche nel 2022. Per ciò che riguarda le presenze turistiche, l’Isola è 14esima in Italia, con 3,2% di tutte le presenze italiane. In testa il Lazio con il 10,2%, la Campania con il 4,6% e la Sicilia con il 3,7%. Nel paragone con il 2023 il nostro territorio registra un calo del 3,4% delle presenze rispetto al 2022 mentre rispetto al 2019 il calo è del 6,2%, contro il +17,2% del Lazio, il +8,9% della Puglia e l’8,8% della Sicilia, con una media nazionale del +2,4%. I dati del 2023 dicono anche che nell’Isola le presenze sono state 14milioni e 700mila, di cui 8milioni sardi e 6milioni e 700mila del resto d’Italia e stranieri.

Lo dicono i dati del dossier “Verso l’estate 2024”, predisposto dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha rielaborato i numeri dell’Istat della passata stagione turistica.

“Il recupero rispetto al pre covid è ancora lento e i dati lo confermano – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegnama c’è da dire che i tempi cambiano e l’offerta turistica si evolve in base alle richieste dei viaggiatori”. “I dati ci portano anche a fare una riflessione su quanto sia importante la destagionalizzazione e la diversificazione dell’offerta – prosegue Meloni il turismo estivo non è più sufficiente per sostenere lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità. È fondamentale puntare a una diversa stagionalità degli arrivi per valorizzare anche le zone interne. Questo approccio non solo contribuirà a distribuire i flussi turistici lungo tutto l’arco dell’anno, ma permetterà anche di scoprire e promuovere le bellezze e le peculiarità dei territori meno conosciuti. Investire nella diversificazione dell’offerta turistica significa garantire un futuro più sostenibile e prospero per l’intero settore”.

L’analisi del turismo nel 2023 dice anche come nel “totale delle vacanze in Italia”, la regione più frequentata sia l’Emilia Romagna (12% dei turisti), seguita da Toscana (9%) e Trentino (8%). Tra quelle dove si trascorrono “vacanze lunghe 4 o più notti” la classifica è aperta sempre dall’Emilia Romagna (11%), seguita da Puglia (8,9%), Trentino (8,5%), Calabria (8,5%) e dalla nostra Isola al quinto posto con l’8,2%. Tra le mete per le “vacanze corte 1-3 notti”, apre l’Emilia Romagna con il 14,8%, seguita dalla Toscana con il 12,7% e il Veneto con il 10,4%.

Nelle presenze turistiche straniere, la Sardegna, con il 48%, occupa il 9° posto, con una media italiana del 52,4%. Apre la classifica Bozano con il 70,5%, il Veneto con il 69,3% e il Lazio con il 63,7%.

Oggi la rotta delle vacanze sta cambiando con il turista che ha un occhio più consapevole e nella ricerca della meta preferita – prosegue Meloni ovvero si tiene conto di diversi aspetti legati non solo alle solite località ma anche, e soprattutto, a quelle forme di turismo esperienziale, informato e rispettoso dei luoghi”. “C’è la necessità di disegnare un nuovo modello di sviluppo turistico sempre più diverso da quello convenzionale – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – meno stagionale e capace di offrire servizi in modo combinato alle intersezioni dei percorsi di diversi turismi esperienziali (collegati ai cinque sensi: culturale/artistico, sportivo, slow/green/wellness, enogastronomico, spirituale), passando dalla intermodalità logistica alla intermodalità esperienziale”.

Il turismo esperienziale, infatti, rappresenta un’evoluzione necessaria per un settore in continua trasformazione. Non solo un nuovo modo di viaggiare, ma un’occasione per valorizzare i territori, creare nuove opportunità lavorative e promuovere uno sviluppo sostenibile. Un’avventura resa possibile solo dalla sinergia di tutti gli attori del settore: enti locali, operatori turistici, comunità e viaggiatori. Insieme, creano un ecosistema di ospitalità autentica e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle culture locali.

Secondo le ultime analisi dell’ENIT, il 75% dei circa 35 milioni di Italiani che viaggiano affermano di essere mossi da motivazioni turistiche non convenzionali, (culturali, sportive, enogastronomiche, spirituali e di benessere in generale) che generano un indotto importante, con una spesa media di circa mille euro per viaggio, che può durare tra i 2 e 6 giorni. Un contributo fondamentale per il settore turistico del nostro Paese, con enormi potenzialità di crescita e di ricadute benefiche per quei territori non inclusi nei circuiti del turismo di massa.

Secondo l’indagine ogni esperienza di turismo non convenzionale, il 60% della quale avviene in periodi diversi da quello estivo, corrisponde a una vacanza di 5-6 giorni per cui si è disposti a percorrere in media circa 350 km, spostandosi al di fuori dai confini della propria regione o di quelle immediatamente adiacenti, e a spendere mediamente oltre 850 euro. Quello che emerge è il profilo di un viaggiatore che fa della multidimensionalità la sua caratteristica distintiva. Un turista, insomma, che combina almeno 3,5 esperienze diverse l’anno e replica più volte questi viaggi perché è mosso da una molteplicità di motivazioni.

In media ogni turista si riconosce in almeno tre motivazioni differenti che lo portano a sperimentare varie tipologie di viaggio, tra cui spiccano il “dedicarsi a sé stessi” (47%), la possibilità di sperimentare esperienze mai provate e scoprire luoghi mai visitati (43%, in particolare per il turismo enogastronomico), e la socializzazione.

Dato ulteriormente significativo – e che rispecchia una sensibilità sempre più condivisa rispetto al turismo esperienziale – è l’esistenza di un 20% di viaggiatori potenziali interessato a questa nuova modalità di visitare luoghi e che trova spazio soprattutto tra i giovani.

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