Negli ultimi mesi ha iniziato a circolare la notizia (mai confermata, né smentita completamente) circa l’apertura di un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) a San Gavino Monreale nell’ex asilo delle suore in via Foscolo, accanto agli edifici che ospitano scuole primarie e medie.
Il 25 giugno scorso si è tenuto un incontro tra il Sindaco Altea e il Prefetto, che però non ha dipanato tutti i dubbi sulla questione di un’ipotetica idoneità del Comune all’apertura di un CAS, rimandando di fatto a settembre, con l’insediamento del nuovo Prefetto, qualsiasi decisione in merito.
Il giorno precedente, il 24 giugno 2024, i consiglieri comunali del gruppo “San Gavino Al Centro” avevano presentato un’interrogazione per avere informazioni sull’effettiva apertura di un Centro di Accoglienza Straordinaria. Ecco il testo dell’interrogazione.
“Serve fare una premessa – spiegano i consiglieri Nicola Ennas e Angela Canargiu – il punto presente all’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo non è stato inserito all’ordine del giorno del Consiglio Comunale perché non abbiamo chiesto formalmente la risposta orale, un mero cavillo in quanto in sede di capigruppo non è stato eccepito alcunché. Questo, a nostro avviso, è un atteggiamento molto rigido e che ci ha dato modo però di avere una risposta scritta che da forma alle nostre, e non solo, preoccupazioni sulla possibile apertura di un CAS”.
Ecco le risposte scritte fornite dal Sindaco Stefano Altea ai consiglieri.
Le risposte non hanno però convinto la minoranza, che ha sollevato obiezioni sia sul modus operandi della maggioranza, che non ha ritenuto opportuno inserire il punto all’ordine del giorno della seduta del consiglio di ieri 31 luglio, sia sull’efficacia delle risposte, definite “non risposte”.
In particolare suscita perplessità tra i consiglieri di minoranza la mancata attivazione della clausola di salvaguardia, che l’Amministrazione precedente, per voce del Sindaco Carlo Tomasi, aveva dichiarato di sostenere con forza, alla luce della presenza sul territorio comunale della rete del sistema SPRAR (Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati)
e che adesso sembrerebbe essere messa in discussione da modifiche successive alla normativa.Se è vero che il tema è arrivato fino ai banchi del Consiglio Comunale, è però altrettanto vero che non hanno trovato risposta le domande più importanti che la popolazione si sta ponendo da mesi e che nessuno – forse – ha pensato di porre pubblicamente.
E dal momento che nessuno sembra averci pensato, le facciamo noi.
Chi ha acquisito (e a che titolo) i locali dell’ex asilo delle suore in via Foscolo? Perché con questa informazione, basterebbe fare una seconda domanda ai nuovi proprietari (se effettivamente l’immobile è stato venduto a privati) per avere tutte le risposte del caso. Quali sono i progetti per la struttura? C’è davvero un progetto concreto per l’apertura di un CAS oppure no? Non servirebbe chiedere altro.
Senza queste informazioni, certe e documentabili, tutta la questione resta una discussione meramente ipotetica che finora ha avuto l’effetto di scaldare gli animi sui social con schermaglie verbali tra cittadini. Speriamo che arrivino presto le risposte, o che qualcuno pubblichi – o ci invii privatamente – anche questi documenti, in modo da avere un quadro completo della situazione e poterne parlare più approfonditamente e con precisione scientifica.