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Salvare i nuraghi da pioggia e gelo, lo studio del team universitario di Giorgio Pia

Preservare i nuraghi dalle intemperie, in particolare dalla pioggia e dal gelo, è essenziale per proteggere questi antichi monumenti, unici al mondo. Le variazioni di temperatura rappresentano infatti un pericolo per i nuraghi: quando l’acqua si congela, si espande e può causare fratture nella pietra. Anche i sali, cristallizzandosi, possono esercitare pressioni dannose per l’integrità delle strutture risalenti a circa 4.000 anni fa

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Questo è quanto evidenziato da un modello matematico sviluppato da ricercatori dell’Università degli Studi di Cagliari. I protagonisti della ricerca sono il sangavinese Giorgio Pia (professore associato in Scienza e Tecnologia dei Materiali nel Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali, Marta Cappai (ricercatrice a tempo determinato) e Ulrico Sanna (professore ordinario in pensione).

I rischi, insieme a potenziali soluzioni, sono stati descritti in uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Case Studies in Construction Materials, con lo scopo di monitorare e proteggere i nuraghi e altri siti archeologici dal degrado causato dalle condizioni meteorologiche.

Il test è stato condotto nel sito di Genna Maria a Villanovaforru. “Grazie all’interazione – spiegano all’ANSA i ricercatori – tra diverse variabili (proprietà dei materiali in opera e condizioni ambientali: temperatura, umidità relativa, radiazione solare, velocità e direzione del vento, ecc.), siamo riusciti a stimare i periodi in cui la struttura è più esposta al degrado. I mesi di maggiore vulnerabilità sono risultati essere gennaio, febbraio e dicembre. Abbiamo confrontato le previsioni del modello con i fenomeni osservati sul posto e con i risultati dei test di invecchiamento accelerato in laboratorio, confermando l’affidabilità del modello”.

Il sistema di protezione dei nuraghi può essere applicato anche ad altri siti archeologici, come quello che ospita i giganti di Mont’e Prama.

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