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domenica, 24 Novembre 2024
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Commissione sanità, audizione tra Regione e Sindacati: “Liste d’attesa inaccettabili e servizi territoriali inesistenti”

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Si è tenuta due giorni fa l’audizione di FP CGIL, FP CISL e UIL FPL presso la Commissione sanità del Consiglio Regionale della Sardegna. La Presidente, Onorevole Carla Fundoni ha aperto i lavori dicendo di avere aperto il primo step di audizioni sullo stato del Servizio Sanitario Regionale con le convocazioni di questi giorni.

La posizione espressa dai Sindacati parte dalla considerazione che in 10 anni ci sono state due riforme e che ci sia la necessità di concentrarsi sulle risposte da dare ai bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini sardi (e non di un’altra riforma).

“Con la premessa del peggioramento delle condizioni di salute della popolazione per la mancata prevenzione, le liste d’attesa inaccettabili, i servizi territoriali praticamente inesistenti, il sistema ospedaliero congestionato sia per quanto attiene i servizi di emergenza urgenza che di degenza, in carenza cronica di personale sia del comparto che della dirigenza, abbiamo chiesto – spiegano le sigle sindacali FP CGIL, FP CISL e UIL FPL in una nota – che si proceda con urgenza alla rivisitazione corretta del fabbisogno del personale nelle diverse Aziende sanitarie per attuare un reclutamento straordinario che consenta di far partire con urgenza i servizi territoriali e metta in sicurezza i Presidi sanitari per l’acuzie e le patologie tempo dipendenti”.

“Abbiamo fatto notare che bisognerebbe studiare, anche alla luce delle nuove norme sull’autonomia differenziata, quale sia il sistema più utile per il reperimento e l’utilizzo delle risorse occorrenti a mettere in sicurezza il SSR visto che la Sardegna si è accollata le spese sanitarie sul bilancio regionale, attingendo solo per una parte residuale al FSN. Abbiamo segnalato che le retribuzioni del personale del comparto e della dirigenza sono da molto tempo le più basse d’Italia. È evidente che sono stati calcolati male i fondi per la contrattazione praticamente in tutte le Aziende sanitarie Sarde. È chiaro che questo rende poco attrattivo lavorare nei servizi sanitari della Sardegna considerato anche che i carichi di lavoro e la disorganizzazione imperversano”.

“Non sono sufficienti i posti letto disponibili, la connotazione ospedalocentrica del nostro SSR e la quasi assenza di servizi territoriali sta portando il sistema al collasso, i cittadini a rinunciare alle cure e l’aspettativa di vita al ribasso. Bisogna procedere con assunzioni che misurino con i numeri di personale messi a concorso, la volontà di far ripartire i servizi, assicurando ai professionisti un’organizzazione del lavoro che consenta la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, retribuzioni adeguate e soluzioni abitative in caso di assicurare il reclutamento in zone turistiche con costi elevati per la residenzialità. È necessario procedere alla stabilizzazione dei precari e assumere i vincitori dei concorsi già espletati.

“Assicurare la prossimità dei servizi per tutti, sapendo che alcune discipline specialistiche per essere praticate in modo efficace ed efficiente sono legate al bacino di utenza, ma tutte e tutti i sardi devono  avere pari possibilità di accesso ai servizi. Bisogna aumentare i numeri di accesso alle facoltà di medicina e alle scuole di specializzazione.

“Ciò che non è accettabile – concludono i sindacalisti – è che si proceda al varo di una ennesima riforma che incide sul perimetro delle Aziende sanitarie e sulla loro mission e che vengano proposte norme che incidono su materie che sono di competenza diretta della contrattazione senza il coinvolgimento preventivo delle OO.SS. che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori che tra mille difficoltà stanno tenendo in piedi il sistema. Abbiamo rimarcato la necessità di ridurre il perimetro di competenze di Ares, visto che finora è stata solo parte del problema e non delle soluzioni.

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