spot_img
26.6 C
San Gavino Monreale
lunedì, 1 Luglio 2024

Sanluri Legge, conclusa l’VIII edizione della rassegna letteraria

Eventi e manifestazioni

San Gavino Monreale . Net è anche su WhatsApp e Telegram.
Clicca sui link per iscriverti ai nostri canali e ricevere tutte le news sul tuo smartphone.

Giù il sipario sull’edizione 2024 di Sanluri Legge: ieri l’ultimo appuntamento nel cortile del Castello Medioevale.

La Spisa sottolinea il valore della speranza. Con Oppus e Fadda un omaggio al mito Gigi Riva. Jean Claudio Vinci svela tecniche e segreti dei suoi disegni. Pubblico partecipe in tutte le serate di rassegna: record di presenze in occasione della presentazione del libro di Cottarelli.

Nel cortile del Castello Mediovale, in una location che ispira ed emoziona, inebria e affascina, si è conclusa ieri l’VIII edizione di Sanluri Legge. Narrativa, sport e fumetti per l’ultima serata, partecipata come tutte quelle che l’hanno preceduta, con il pubblico presente e attento sino alla battuta finale dell’ultima presentazione.

È un arrivederci alla prossima edizione, in considerazione dei numeri che hanno confermato il forte interesse per la letteratura, non solo da parte dei sanluresi. Tanti, infatti, i partecipanti giunti nel centro del Medio Campidano da fuori città perché attratti dalla prospettiva di vedere e sentire da vicino gli autori della rassegna. Una platea che ha spesso superato i 100 uditori e che ha toccato il culmine con l’ultimo appuntamento di domenica 16 giugno, quando sul palco è salito Carlo Cottarelli.

Nell’ultima serata, andata in scena ieri, un programma tutto dedicato alla Sardegna, con ospiti rigorosamente isolani. Ad aprirla è stato Giorgio La Spisa, che coadiuvato da Andrea Fulgheri ha presentato il suo ‘L’imprevedibile accade’ (Arkadia), un racconto che unisce gioia, dolore e speranza. “È una storia basata su fatti veri – spiega l’autore -, anche perché con il romanzo è più facile spaziare con la fantasia, per favorire l’introspezione psicologica, entrando dentro i fatti e la vita delle persone, indagando motivazioni, ansie, momenti di difficoltà”. Lo si può fare anche con “storie drammatiche, ma animate da una luce, da una speranza, che ho cercato di trasmettere attraverso il romanzo”. Nel libro il legame tra padre e figlio determina tutta la storia: “nel loro incrocio di sguardi la speranza non muore mai, rimane fino all’ultimo, a indicarci che possiamo guardare alla vita con positività”. D’altronde c’è una grande differenza “tra ideale e ideologia, tra ideale e utopia, tra segno e sogno. L’ideale non è astratto, è la proiezione di qualcosa che abbiamo dentro, esiste, lo abbiamo dentro e quindi possiamo raggiungerlo” sentenzia La Spisa. Un modo di guardare e di interpretare la vita che viene da lontano: “Le mie letture giovanili sono state molto importanti per la mia formazione. Anche il lavoro in Comune e in Regione è stato influenzato dallo sguardo trasmesso da poesia e narrativa, che rappresentano l’incontro con la bellezza, qualcosa che ti rimane per sempre e che puoi a tua volta trasmettere: è il modo migliore per educare”. La formazione è una fase decisiva dell’esistenza, ma ci sono diversi momenti della vita che ti rimangono per sempre: “Ero matricola quando ho vissuto la tragedia del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro. Quel giorno ho capito che l’uomo è ancora più importante della legge. La persona è il valore fondamentale, le istituzioni pubbliche sono al servizio della persona”. E il gioco di luci e ombre è una costante nel libro: “mantengo questo realistico contrasto perché la vita è fatta così, di bene e di male, di cose giuste e di cose sbagliate”. Ma fortunatamente “nessuna persona può essere determinata in una sentenza irrevocabile, c’è sempre la possibilità di un riscatto”.

Il secondo appuntamento della serata ha avuto come ospiti Umberto Oppus e Mario Fadda, in un dialogo con Fabrizio Serra, ma il vero protagonista è stato l’eroe dello scudetto del Cagliari: ‘Gigi Riva. Il campione, l’amico, il mito’ (Carlo Delfino) è il volume scritto dai due autori, che per ribadire il simbolismo della data incisa nella storia sarda hanno raccolto 70 testimonianze capaci di ripercorrere la storia del mito.  “In appena 45 giorni di lavoro abbiamo dato voce a tanti personaggi, tanti campioni e compagni di squadra che lo hanno conosciuto. È stata una galoppata, come quella del Cagliari dello Scudetto”, racconta Oppus, che aggiunge: “sveliamo un Gigi Riva che pochi conoscono”. “Il libro non parla delle sue gesta calcistiche, si racconta il suo lato privato”, aggiunge Fadda, sottolineando in particolare le testimonianze di Nesta e Peruzzi, che “parlano dell’uomo, del padre, dell’amico, spiegando la sua capacità di mettersi da parte nel momento del trionfo e di metterci la faccia nelle situazioni difficili”. Come quando “promise a un uomo malato terminale di partecipare al suo funerale, riportato nel libro dalla testimonianza di Virginia Saba”. Mai invadente, mai fuori luogo, mai sopra le righe, sempre coerente con sé stesso, “come quando nel 2006 non volle condividere il pullman con chi era salito sul carro dei vincitori a giochi fatti”, o come quando disse no ai top club: “Ho già tutto, ho il Cagliari, ho la Sardegna, ho tutta un’Isola che mi ama”, rispose ad Agnelli. “Un lombardo che è diventato più sardo dei sardi” spiega ancora Oppus: “Per questo per la Sardegna è stato e sarà una leggenda, il mito per antonomasia. Rappresenterà per sempre l’anima, il cuore di un’intera isola perché ha rappresentato il riscatto della nostra regione”. “Il calcio è la religione laica degli italiani: unisce, sprona, dà valore. La camera ardente, i suoi funerali sono stati qualcosa di difficilmente ripetibile” racconta ancora Fadda, citando Spalletti:“in quell’ultimo saluto c’era tutta la sua umiltà”. Perché “la riservatezza di Riva, la dignità e la compostezza sono tratti tipicamente sardi, che lui condivideva” conclude Fadda. “Ha incarnato i 4 Mori, potrebbe insegnarci l’identità” conferma Oppus. Parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza per la Tanzania.

Per chiudere Sanluri Legge 2024 un altro sanlurese: dopo Marcello Atzeni, al Castello sabato, ecco Jean Claudio Vinci, non uno scrittore ma un fumettista. Sul palco con Andrea Fulgheri, l’artista ha raccontato al pubblico le sue ultime produzioni, svelando le differenze tra i comics americani e la bande dessinée francese. Il suo amore per i fumetti inizia da lontano “ero piccolissimo quando mi fermavo per ore in edicola per scegliere quale acquistare”. Oggi è richiestissimo in tutto il mondo e si ritrova spesso fianco a fianco con chi disegnava i comics quando lui era ancora bambino: “è emozionante e con tanti di loro ormai siamo diventati amici”. Tra le sue ultime opere un finto taccuino ispirato da Stan Lee e a lui dedicato: “è stato capace di rimodulare una vecchia casa editrice dove era entrato come aiutante e trasformarla in un impero come la Marvel”. Un lavoro che, come è ormai consuetudine per lui, è fatto tutto in digitale: “Se vedo qualcosa che non funziona taglio e correggo. Si tagliano i tempi ed è più facile modificare, arrivare velocemente al prodotto finito”. Ma sempre limitatamente all’illustrazione, “posso fare anche il colore, ma il lettering no. Si crea una catena di montaggio”. Tante le differenze tra i fumetti americani e francesi: “Lavoro con entrambi e sono due cose totalmente diverse. Son diversi già nel modo di raccontare. In America si trovano albi spillati di 20 pagine, con carta di scarsa qualità. Invece in Francia il libro è più grande; cambia il formato e la copertina è rigida, ben rilegata. Sono sostanzialmente oggetti di pregio”. D’altronde in Francia il mercato è molto vasto e prolifico: “Nella mia ultima produzione francese ho collaborato molto con chi si occupa dell’inchiostro, che va a completare il disegno; più o meno ombre cambiano molto l’impatto”. Dall’America alla Francia, sino all’Italia: “Faccio anche libri libri per ragazzi, come BellaFaccia, per il quale ho disegnato il terzo volume e ora sto per iniziare il quarto” ha annunciato Vinci.

Cala così il sipario sull’edizione 2024 della rassegna promossa dal Comune di Sanluri, con il coordinamento organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo e con il sostegno della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato P.I. BB. CC. Il successo dell’iniziativa lascia pochi dubbi sul fatto si tratti solo di un arrivederci…

Pubblicità

Articoli correlati

Ultime News