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Tagli alle autonomie scolastiche: dopo il no dell’ANCI arriva anche quello di Cgil e Flc

Non solo questa Giunta regionale non ha alzato la testa davanti alle imposizioni del governo nazionale ma l’ha persino abbassata stilando un piano di dimensionamento peggiore delle più nefaste previsioni”: così la Cgil regionale insieme alla Flc che denunciano un “grave attacco alla scuola pubblica compiuto sotto Natale dall’assessore Biancareddu e approvato in via preliminare dalla Giunta Solinas”.

Pretendono di andare avanti con un piano che non ha consenso”, denunciano il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante insieme alla segretaria confederale Francesca Nurra e alla segretaria regionale della Flc Cgil Emanuela Valurta ricordando le proteste del sindacato, dei singoli Comuni e dell’Anci e sottolineando che “questa Giunta dovrebbe spiegare per quale ragione compia atti così contrari agli interessi della collettività dei sardi che evidenziano la condiscendenza verso input provenienti da Roma”.

Ricordiamo che Sindaci e le Sindache dei Comuni del Medio Campidano, riunitisi il 12 dicembre al Teatro di Sanluri, hanno espresso un parere fortemente negativo sulla nuova disciplina introdotta dalla Legge 197/2022 e sulle linee guida regionali grazie alle quelli si prefigurerebbero oltre 40 tagli in tutta la Sardegna di cui 14 tagli solo alle autonomie scolastiche nel Sud Sardegna. Le Linee guida – secondo i primi cittadini del territorio – si prefigurano come un atto normativo che impoverisce gravemente la scuola pubblica sarda.

Anche i sindacati contestano le scelte dell’assessore Biancareddu: “Nel tentativo maldestro di difendersi ammette i tagli e dice che non si tratta di chiusure ma questo è un alibi per far passare accorpamenti decisi arbitrariamente fra scuole lontane che renderanno impraticabile la frequenza degli alunni in aree che già mostrano i segni di un diffuso disagio sociale ed economico”. Secondo la Cgil, la Regione ha rinunciato totalmente a perseguire un tentativo per far valere la sue specificità e le stesse prerogative della sua Autonomia: “Il dimensionamento scolastico rappresentava un banco di prova importante per testare quanto questa maggioranza e il suo presidente siano conseguenti rispetto ai proclami sul ruolo e l’autonomia dell’Isola e rispetto a una narrazione che vede alcune forze politiche puntare proprio sulle questioni identitarie”. Alla prova dei fatti, gli interessi della scuola sarda sono messi in ultimo piano mentre altre logiche sembrano prevalere: questa la conclusione della Cgil che, avverte sin da ora, “gennaio sarà un mese di protesta, il sindacato continuerà a chiedere di annullare quel piano nell’auspicio che non venga ratificato nei passaggi previsti in Commissione Cultura e poi di nuovo in Giunta”.

I Sindaci del Sud Sardegna – opponendosi al taglio indiscriminato delle autonomie scolastiche – hanno sposato la proposta di legge dell’ANCI presentata a metà dicembre dal Presidente del Consiglio Alberto Urpi – con la quale si chiede alla Regione Sardegna di contribuire dal punto di vista finanziario al pagamento delle autonomie scolastiche che andrebbero altrimenti tagliate.

“L’assemblea dei sindaci – aveva sottolineato Alberto Urpi, che ha presentato ai primi cittadini presenti una proposta di legge alternativa a quella attuale firmata dall’ANCI – rimanda al mittente la questione del taglio delle autonomie scolastiche, invitando l’esecutivo regionale a trovare risorse per evitare il taglio e promulgare una nuova legge regionale che possa salvaguardare tutte le autonomie a partire dal 2024″.

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