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domenica, 22 Dicembre 2024

Scorie radioattive in Sardegna, i Sindaci e la Regione contro la lista delle aree “idonee” pubblicata dal Ministero

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Dopo due anni, torna d’attualità la possibilità che i nostri territori siano individuati come area per il deposito unico nazionale per le scorie nucleari. Ben 8 dei 51 territori individuati dal Governo sono in Sardegna, la maggior parte in Marmilla, nonostante le numerose osservazioni contrarie dei Sindaci del territorio.

“Servitù militari, speculazione eolica e scorie, ancora una volta ci si ricorda dei territori sardi, in particolare quelli più spopolati, per gli ‘interessi nazionali‘ – tuona Marco Sideri, sindaco di Ussaramanna territori in cui il medico, quando c’è, è presente 2-3 ore la settima, in cui le strade sono curate ogni 30-40 anni quando va bene e via dicendo. Non se ne può più. Ovviamente daremo battaglia!”.

“La Sardegna si è già espressa a suo tempo con un NO che non poteva lasciare spazio a dubbi – ha dichiarato Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna – . La riproposizione della Sardegna come sede di deposito di rifiuti nucleari sarebbe un attacco frontale che la Regione e l’intero Popolo sardo non sono disposti ad accettare. Reagiremo, senza indugio o tentennamenti, con ogni strumento democratico a disposizione”.

È bene ricordare che il 15 e il 16 Maggio 2011 i cittadini sardi furono chiamati al voto (nel grande silenzio dei media di allora, che oggi invece trasudano stupore e indignazione a ogni piè sospinto). ll quesito referendario sul quale fummo chiamati a esprimerci era: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”. Il referendum regionale, proposto da diverse associazioni, era esclusivamente consultivo e non vincolante, ma il risultato fu un plebiscito. I cittadini si sono dichiarati contrari allo stoccaggio sul suolo sardo di scorie prodotte altrove, senza se e senza ma.

“Sarebbe inaccettabile che si calpestassero esiti referendari e specifiche norme regionali – continua Solinas – di cui la Sardegna ha voluto dotarsi per scongiurare inaccettabili forme prevaricatorie come queste. Prenderò immediati contatti con i vertici del Governo, per accertarmi che la leale collaborazione fra istituzioni e la correttezza dei rapporti fra Stato e Regione non sia stata compromessa”.

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