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Guspini, una mostra con l’arte onirica di Lino Fois

Per la prima volta a Guspini in una mostra curata da Caleidoscopio, espone Lino Fois, artista poliedrico e originale che ha al suo attivo numerose mostre. Le sue creazioni sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private.

Si tratta di una  raccolta antologica in cui sono mostrate alcune creazioni rappresentative di più vaste collezioni.

Le opere delle serie Macchine, Carillon, Souvenir, Collezioni, Falsa riga, Tale e quale,  Amorosi e Rancorosi legami, inquadrando un periodo che va dalla fine degli anni ’70 ad oggi, realizzano una panoramica della produzione artistica di Lino Fois e della sua evoluzione nel corso degli anni. 

Ogni oggetto è corredato da un titolo/racconto, che è rigorosamente parte dell’opera. Intelligenza e ironia sono il filo conduttore del percorso.

La mostra sarà inaugurata sabato 14 Ottobre alle ore 17.

Mostra antologica – Lino Fois

Le stanze di casa Murgia, dimora di oggetti e ricordi dal sapore vintage,  familiari e rassicuranti,  ma molto deja vu, ricevono una sferzata di vita e colore dalla presenza delle creazioni di Lino Fois.

Il visitatore che ancora non conosca l’artista non sa bene cosa aspettarsi, ma il disorientamento dura solo qualche istante perché ognuno dei lavori esposti richiama  immediatamente  l’attenzione su di sé, minimizzando  l’iniziale contrasto con l’ambiente circostante che viene  presto ignorato per l’insinuarsi di quel processo di seduzione che ogni oggetto esercita, prima con il suo aspetto e poi con la sua articolata semplicità.

È, questa, una raccolta antologica in cui sono mostrate alcune creazioni rappresentative di più vaste collezioni.

Le opere delle serie Macchine, Carillon, Souvenir, Collezioni, Falsa riga, Tale e quale,  Amorosi e Rancorosi legami, inquadrando un periodo che va dalla fine degli anni ’70 ad oggi, realizzano una panoramica della produzione artistica di Lino Fois e della sua evoluzione nel corso degli anni.  

Ogni oggetto è corredato da un titolo/racconto , che è rigorosamente parte dell’opera. L’insieme delle creazioni esposte realizza e illustra una storia che ne contiene molte altre; è una metafora della nostra esistenza, resa importante dai tanti piccoli e apparentemente banali episodi che invece, a ben pensare, ci hanno formati e temprati più incisivamente degli avvenimenti ritenuti memorabili, che ci premuriamo di celebrare e immortalare con foto di qualità e taglio domestico.

Se la visione dell’oggetto può evocare malinconiche reminiscenze d’infanzia, oltre all’ammirazione per l’accuratissima esecuzione, la contemporanea lettura del titolo è rivelatrice della sua ideale e ambita funzione che può rivelarsi persino catartica.

Ci si incanta a osservare i Carillon, credendo persino di sentirne le note, con l’intima speranza che davvero  possa disvelarsi la coraggiosa promessa del titolo.  E che dire poi delle prodigiose macchine costruite per esaudire desideri accantonati, risolvere problemi irrisolvibili , sanare frustrazioni insanabili.

Il pensiero ci porta a Munari che definì inutili le sue Macchine, la cui realizzazione non avrebbe  apportato  miglioramenti nella vita delle persone, mentre Fois  nei titoli a corredo attribuisce alle sue invenzioni caratteristiche e peculiarità non solo utili ma persino necessarie e indispensabili, se rese funzionanti.  

Ed è qui  che si accende il desiderio e ci si immerge in un mondo onirico, fra sogni indotti dalla visione di queste opere, sogni  che nascono dalla latente inquietudine e dai tanti bisogni di cui siamo intrisi, quasi senza avvedercene o esserne consapevoli.

Ci si lascia volentieri trasportare dallo stupore per la genialità delle intuizioni . Si sorride per la sottolineatura, quasi una confessione,  di stati d’animo e idiosincrasie già sperimentati e mai palesati  per un malinteso senso di riservatezza o per semplice mancanza di adeguati strumenti espressivi – vittime come siamo della  illusione necessaria  di averli elaborati o sublimati

Il felice inganno  della grafia misteriosa, sulle orme del Codex Seraphinianus, rendono poetico ogni foglio o oggetto su cui si posa; grafia elegante e raffinata in cui si può  in egual modo intravvedere un poema, una autobiografia o una  sorta di “allegate istruzioni per l’uso di libera interpretazione”.

Ci si ritrova infine immersi  e conquistati da un innovativo e personalissimo lessico delle emozioni che  l’artista Fois utilizza sapientemente, applicandolo a creazioni variegate, ma accomunate dal suo inconfondibile stile.

La concretezza dell’oggetto, il sapiente uso delle vecchie foto con i personaggi immaginari che hanno sembianze di vecchie conoscenze e, ancora, il disinvolto ed efficace uso della parola unita all’ironia e a un pudico velo di malinconia che con grande delicatezza e intelligenza  pervade tutta la sua produzione artistica, fanno di Lino Fois un autore poliedrico e versatile, che offre la sua genialità e la sua visione dell’arte e della vita a chi abbia ancora la voglia e la  capacità di immergersi in un sogno.

                                                                       

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