Tre giornate di studio, di confronto, di approfondimento riguardo il periodo di passaggio tra la preistoria e la storia sarda, tre giornate in memoria di Paolo Bernardini, Marco Rendeli e Ubaldo Badas, tre ‘monumenti’ della cultura sarda. Con la volontà di valorizzare il territorio e celebrare i tre studiosi, è nata l’idea di organizzare il convegno internazionale ‘La Sardegna, il Mediterraneo e l’Atlantico fra II e I millennio a.C.’, che racconta l’Isola e i suoi rapporti d’Oltremare. Dal 13 al 15 ottobre la Biblioteca comunale di Villanovaforru e il Museo Civico di Villanovafranca saranno il teatro di questo tuffo nella storia, alla presenza di tanti eccellenti conoscitori della materia.
Fra il secondo e il primo millennio a.C il Mediterraneo e l’Atlantico furono investiti da avvenimenti epocali che coinvolsero l’Oriente e l’Occidente; un fermento politico, commerciale, culturale, che apportò notevoli cambiamenti nelle popolazioni che abitavano i territori bagnati dai due mari. Si era ancora lontanissimi dalla globalizzazione, ma le civiltà erano in qualche modo già interconnesse; la Sardegna, posizionata al centro del bacino Mediterraneo, fu a sua volta coinvolta in questo vortice sociale. Andava infatti esaurendosi l’esperienza storica della Civiltà Nuragica; con l’apporto dei Phoinikes, ma anche dei popoli che abitavano l’area tirrenica e altre regioni mediterranee, l’Isola sperimentò l’ingresso in quella che viene comunemente chiamata storia.
Ed è appunto con l’idea di puntare un faro sul periodo di transizione tra preistoria e storia, che due piccoli Comuni della Marmilla, Villanovaforru e Villanovafranca, hanno deciso di organizzare insieme un Convegno Internazionale, con la partecipazione non solo dei maggiori esperti locali, ma anche di tanti studiosi di fama internazionale, sardi, ma anche italiani d’oltremare, spagnoli e israeliani, coordinati dal Comitato Scientifico composto da professor Michele Guirguis, dal dottor Mauro Perra e dal dottor Giacomo Paglietti.
Villanovaforru si è trasformato rapidamente da piccolo centro agricolo a punto di riferimento culturale e archeologico. La piccola comunità di circa 700 abitanti può infatti vantare monumenti, palazzi e soprattutto testimonianze archeologiche particolarmente interessanti; i reperti esposti nel Museo Civico, molti dei quali rinvenuti nel villaggio con nuraghe bastionato Genna Maria, oggi situato alla periferia del paese, consentono infatti di ricostruire il passato preistorico e storico dell’intera subregione. In posizione dominante tra le colline tondeggianti dell’Alta Marmilla, al confine con la Trexenta, è invece situato Villanovafranca, anch’esso ricco di insediamenti e siti archeologici, prevalentemente riferibili ai periodi protonuragico e nuragico; il più importante di questi, il nuraghe Su Mulinu, in essere a partire dall’XVI secolo a.C. e ancora in fase di scavo, ha restituito un interessantissimo unicum quale l’altare sacrificale nuragico con vasca in arenaria locale, riferibile all’VIII secolo a.C.
Una subregione quindi fortemente influenzata dalla civiltà nuragica diventa humus ideale per un momento di aggiornamento, dove fare il punto sulle conoscenze e sulle più recenti acquisizioni riguardo un’estesa area geografica e un arco cronologico sui quali il dibattito è ancora piuttosto vivace. Nell’occasione i ricercatori avranno modo di testimoniare e approfondire l’intenso rapporto che legava le popolazioni nuragiche con le civiltà che abitavano gli estremi versanti del Mar Mediterraneo, quello orientale e quello occidentale, entrando anche in correlazione con l’antica area atlantica.
“Questo convegno internazionale è un’occasione di studio e confronto fra ricercatori e archeologi, italiani e stranieri, che dà lustro alle nostre comunità – dichiara Matteo Castangia, Sindaco di Villanovafranca -. Ed è sicuramente un’opportunità per far conoscere le nostre ricchezze archeologiche fuori dai confini regionali, quindi è anche un’ottima occasione di promozione turistica. Siamo convinti sia questa la strada giusta da percorrere e pertanto proseguiremo con convinzione, promuovendo iniziative di questo genere che studiano e valorizzano i nostri beni culturali”.
Pienamente d’accordo anche il Primo cittadino di Villanovaforru Maurizio Onnis: “I nostri paesi, per quanto piccoli, investono molto in cultura. Si tratta di una scelta strategica, anche in considerazione del ricco patrimonio archeologico presente nei rispettivi territori. Questo nostro impegno il prossimo fine settimana si concretizzerà in un convegno di altissimo valore scientifico, utile appunto a qualificare i siti e gli studi fatti sugli stessi, nonché il relativo periodo storico, un’epoca di grande importanza per la storia sarda”.
Con i due paesi del Centro Sardegna, coadiuvati dai rispettivi civici musei archeologici – Parco e Museo Genna Maria e Su Mulinu -, nonché dalla società cooperativa Turismo in Marmilla, hanno contribuito alla realizzazione del convegno l’Università degli Studi di Sassari e la Fondazione di Sardegna; il coordinamento organizzativo è affidato all’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.
Il convegno si aprirà venerdì 13 ottobre presso la Biblioteca comunale di Villanovaforru con i saluti istituzionali del Sindaco Maurizio Onnis e del Magnifico Rettore dell’Uniss Gavino Mariotti. Dopo la presentazione dei lavori, a cura di Giacomo Paglietti e Mauro Perra è previsto un ricordo di Paolo Bernardini – archeologo della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano e poi docente dell’Università degli Studi di Sassari scomparso nel 2018; studioso del mondo fenicio e punico ma anche delle civiltà nuragica e romana, è stato molto apprezzato anche in campo internazionale -, a cura di Massimo Botto. Diversi gli interventi previsti nel corso della mattinata, al termine della quale Mauro Perra e Giacomo Paglietti dedicheranno un ricordo a Ubaldo Badas – primo curatore e direttore del Museo di Villanovaforru scomparso nel gennaio di quest’anno. Si è contraddistinto in particolare per gli studi sui contesti archeologici delle abitazioni nuragiche a corte centrale di Genna Maria, alla base delle attuali conoscenze sulle fasi più antiche e sulla struttura economica e sociale del I Ferro in Sardegna; da ricordare inoltre le sue ricerche sui monumenti e sulla ceramica d’età nuragica -. I lavori proseguiranno poi nel pomeriggio e si concluderanno con la discussione delle ore 18, a cura di Anna Depalmas.
Sabato 14 ottobre ci si sposterà nel Museo Civico di Villanovafranca. Ai saluti del Sindaco Matteo Castangia farà seguito un ricordo, a cura di Elisabetta Garau, di Marco Rendeli – Professore di Etruscologia e di Navigazione marittima etrusca all’Università degli Studi di Sassari, è stato anche Direttore del Progetto Sant’Imbenia di Alghero, dedicato all’abitato nuragico omonimo, del quale aveva scoperto lo sviluppo urbanistico, frutto di modelli di edilizia privata nuragica della tarda età del Bronzo – prima età del Ferro -. Il convegno proseguirà per tutta la giornata, con interventi di diversi studiosi di spicco, e terminerà con le conclusioni finali del Comitato Scientifico.
Entrambe le giornate saranno allietate da intervalli musicali, con concerti che rievocano armonie già note nel periodo storico sul quale si concentra il convegno: venerdì è infatti previsto lo spettacolo etrusco con Stefano Cantini e Simona Rafanelli, sabato ci sarà spazio per il grande maestro sardo di launeddas Luigi Lai, accompagnato dal chitarrista Marcello Floris. Domenica 15 la tre giorni andrà a concludersi con le visite ai musei e ai siti archeologici: la mattina ci si recherà al nuraghe e al museo di Genna Maria, nel pomeriggio a Su Mulinu e al museo di Villanovafranca.