Anche se i mezzi di comunicazione mainstream sembrano essersi dimenticati della Siria, nel Paese la situazione è ancora drammatica, per colpa di una guerra che si prolunga ormai da dodici anni. Al di là del conflitto, poi, è necessario tenere conto della forte crisi di carattere economico che sta colpendo il territorio, dovuta a una svalutazione costante della moneta siriana. Lo scenario è a tinte fosche, al punto che per le persone è quasi impossibile acquistare non solo il carburante, ma anche l’acqua e il cibo; e non è certo più facile accedere all’elettricità. Se fino allo scorso anno già 9 siriani su 10 erano costretti a vivere sotto la soglia di povertà, la situazione è peggiorata in seguito al terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia pochi mesi fa.
La necessità di aiuti umanitari
Ancora, non ci si può dimenticare della sempre più diffusa epidemia di colera, mentre gli effetti del cambiamento climatico negli anni più recenti hanno peggiorato la crisi idrica e ridotto in maniera significativa la produzione agricola. Allora, come fare a donare? La domanda è più che legittima, se si pensa che oltre 15 milioni di persone nel Paese necessitano di aiuti umanitari e altre 15 milioni di persone rischiano la soglia dell’insicurezza alimentare. Nel corso degli ultimi 3 anni, si è assistito a un peggioramento davvero repentino.
La guerra
In tutto sono circa 7 milioni i siriani sfollati per colpa della guerra che dura da più di un decennio. Scappati dal conflitto, questi uomini, donne e bambini non hanno la possibilità di usufruire di quelli che nel resto del mondo sono ritenuti beni di prima necessità: l’acqua e il cibo, ma anche un alloggio, un lavoro, i servizi sanitari di base, dei servizi igienici o anche solo un riparo. Ci sono bambini che dovrebbero andare a scuola e non lo hanno mai fatto; molte scuole, per esempio, sono state utilizzate come depositi per le munizioni.
Una situazione sull’orlo del collasso
I servizi di base sono sul punto di collassare, e lo stesso dicasi per molte infrastrutture danneggiate, al punto che circa il 30% dei siriani possono usare l’elettricità per appena due ore al giorno. Il potere di acquisto scende sempre di più, non solo perché l’inflazione nel frattempo cresce, ma anche per colpa della fluttuazione della moneta e a causa della mancanza di carburante. Si ipotizza che 4 famiglie su 5 non dispongano di un reddito tale da consentire di soddisfare le necessità di base. È evidente, insomma, che la popolazione siriana è allo stremo, e ha bisogno di un supporto.
La fame e l’accesso al cibo
La crisi elettrica ha ripercussioni drammatiche sotto molti punti di vista: coniugata con la carenza di carburante, la mancanza di elettricità rappresenta un evidente problema per i trasporti, per i negozi e per la stessa produzione di cibo. Il prezzo degli alimenti, per effetto della crisi economica, è praticamente raddoppiato, e il trend è in costante aumento. La fame ha toccato un vertice che mai era stato raggiunto in precedenza nella storia della Siria. Il 68% della popolazione, pari a 15 milioni di persone, necessita di assistenza agricola o alimentare. Il cambiamento climatico è un’altra spada di Damocle: la peggiore siccità mai registrata nel corso degli ultimi 70 anni si è tradotta in raccolti scarsi. La mancanza di pioggia, per altro, rende complicato accedere anche all’acqua pulita. In più la Siria deve fare i conti con le sanzioni che hanno a loro volta favorito l’incremento dei prezzi per la povertà dei beni.
L’epidemia di colera
Il popolo siriano, dalla scorsa estate, sta combattendo anche contro un’epidemia di colera, i cui effetti vanno a sommarsi alle difficoltà generate dalla crisi economica, dalla siccità e dalla guerra. Nel 2009 il colera era scomparso, ma si è ripresentato a 13 anni di distanza, con tutta probabilità per la mancanza di acqua pulita. Le restrizioni che penalizzano il Paese, poi, non facilitano la fruizione degli strumenti per rendere l’acqua potabile. Le infrastrutture idriche sono state danneggiate in maniera seria dal terremoto di febbraio: insomma, un quadro molto allarmante, anche se i media occidentali hanno fatto calare l’oblio sulla Siria e i suoi abitanti.