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San Gavino, un filmato riapre il dibattito sull’ex Stazione Ferroviaria

L’area dell’ex Stazione Ferroviaria di San Gavino Monreale è da anni al centro del dibattito politico comunale. Acquisita dal Comune il 12 novembre 2018 con comodato d’uso fino al 2032 (ma con i lavori di bonifica e recupero a carico dell’Amministrazione Comunale), gli stabili ex R.F.I. ospiteranno la nuova sede dell’Unione dei Comuni Terre del Campidano e la sede di alcune associazioni culturali e sportive del paese.

Nelle ultime ore l’argomento ha ripreso verve a causa di un video, condiviso tra moltissimi utenti, che mostra la situazione attuale a ridosso degli edifici dell’ex stazione.

https://www.sangavinomonreale.net/wp-content/uploads/2023/07/WhatsApp-Video-2023-07-28-at-07.40.55.mp4

Il filmato è stato pubblicato su Facebook Nicola Orrù, consigliere del Gruppo Misto da sempre critico rispetto alla decisione dell’Amministrazione di acquisire in comodato d’uso i terreni da RFI, che ne mantiene la proprietà.

“Un comodato d’uso gratuito della durata di 15 anni – attacca i Nicola Orrùche al momento non ha portato nessun beneficio, 700.000 € circa dei cittadini sangavinesi spesi per non aver indietro nessun ritorno economico, uno stato pietoso dei luoghi come vedete dal video, che ci costa decine di migliaia di euro all’anno per la pulizia e lo sfalcio dell’erba, (prima a carico della proprietà dell’Area) un rischio incendi altissimo praticamente al centro del paese e comunque a ridosso delle abitazioni, crediamo che tutto ciò si commenti da solo, perché noi non abbiamo più parole per commentare questa situazione indecorosa”.

Nel 2020 fu aperto anche un tavolo parlamentare

per l’acquisizione definitiva dell’area da parte del Comune, presentata dagli onorevoli Andrea FrailisRomina Mura e Gavino Manca alla allora Ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, ma – almeno ufficialmente – l’iniziativa non ebbe seguito.

“I nostri piani – ha sostenuto fin dal principio il sindaco Carlo Tomasi sono sempre stati molto ambiziosi e rivolti al lunghissimo termine, guidati dal fermo proposito di riappropriarsi fisicamente e dal punto di vista socioculturale dell’intero tratto ferroviario, dei terreni, dei fabbricati e delle relative pertinenze della vecchia stazione”.

L’ambizione dell’attuale amministrazione è quella di un’acquisizione definitiva, con una rivalutazione che tenga conto delle spese sostenute finora per la manutenzione, ristrutturazione e messa in sicurezza dell’area.

Il primo cittadino difende tuttora la scelta per una “riappropriazione della storia e della centralità di San Gavino nel territorio, grazie all’insediamento dell’Unione dei Comuni nei locali della vecchia stazione e senza dimenticare la costruzione del nuovo ospedale. L’alternativa al comodato d’uso – spiega Tomasi – sarebbe stata lasciare a RFI la gestione dell’area con tutti i problemi del caso. I tempi burocratici sono purtroppo piuttosto lunghi”.

L’argomento sarà sicuramente al centro del dibattito nella prossima campagna elettorale.

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