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giovedì, 26 Dicembre 2024

Edilizia, la riforma del bonus 110% non ferma la voglia dei sardi di immobili riqualificati

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La riforma del bonus 110% non ferma la voglia dei sardi di immobili riqualificati e a basso impatto energetico. Nei primi 4 mesi del 2023 quasi 1.000 asseverazioni, con oltre 2 miliardi di detrazioni. Maria Amelia Lai e Giacomo Meloni (Confartigianato Imprese Sardegna): “Trend in frenata ma la mentalità è cambiata: i proprietari utilizzano i risparmi nella casa, il bene privato per eccellenza”. 

Anche se il Superbonus non brilla più come l’anno scorso, in Sardegna la voglia di riqualificare gli immobili è più attiva che mai, nonostante sul vecchio “110%” sia, praticamente, “calato il sipario” con la riduzione delle detrazioni e la cancellazione di sconto in fattura e cessioni crediti.

Nell’Isola, infatti, sono più di 2 i miliardi di euro maturati per detrazioni a lavori conclusi e quasi mille le asseverazioni registrate nei primi 4 mesi di quest’anno, nonostante cominci a registrarsi una sensibile frenata della norma (soprattutto ad aprile).

Dall’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha esaminato i dati rilasciati da ENEA e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, emerge come nel primo quadrimestre di quest’anno (gennaio-aprile) le asseverazioni totali siano state 998, per un ammontare totale delle detrazioni (maturate per fine lavori) che ha raggiunto i 2miliardi e 36milioni. Nello specifico nei condomini le asseverazioni nel primo quadrimestre del 2023 sono state 117 mentre quadrimestre settembre-dicembre 2022 furono 111, registrando così un incremento rispetto allo scorso quadrimestre del 5,41%, con gli investimenti cresciuti del 36,58% (75milioni nel 2022 e 103 milioni nel 2023).

Sempre nel primo quadrimestre di quest’anno, nelle Villette le asseverazioni hanno raggiunto le 694 con investimenti per 88milioni di euro. Nelle Unità Indipendenti si sono registrate 187 asseverazioni, per oltre 16milioni di investimenti.

Nel totale, le asseverazioni nei condomini sono arrivate a 837 per investimenti di 837milioni di euro, le asseverazioni nelle villette a 10.247 con un giro d’affari di 1miliardo e 239milioni, e le asseverazioni nelle unifamiliari a 3.092 con quasi 330milioni di euro di investimenti. Ogni condominio ha investito, mediamente, 797.338 euro; per ogni villetta l’investimento medio è stato di 120.953 euro mentre per le unifamiliari indipendenti si è arrivati a 106.661 euro.

Anche se il trend è in calo e l’andamento da monitorare bene nei prossimi mesi, in questo momento possiamo dire che i sardi hanno ancora voglia di case sane, riqualificate, a basso impatto energetico e ambientale – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ciò avvalora anche il fatto di come i proprietari siano disposti a utilizzare i risparmi per investire nel bene privato per eccellenza: la casa”. “La mentalità sta cambiando – prosegue la Presidente – e tutti dobbiamo prenderne atto e lavorare affinché tutti gli immobili, privati e pubblici, possano raggiungere quegli standard energetici e di qualità che l’Europa ci suggerisce”.  

Tutto alla luce anche della “tempesta burocratica perfetta” che si è abbattuta sulla norma: 248 interventi su cessioni e sconto per le detrazioni fiscali edilizie e superbonus. Nel dettaglio 37 interventi legislativi distribuiti su 19 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, di cui 21 solo nell’ultimo anno ed equivalente ad 1 modifica legislativa ogni 17 giorni. Inoltre, si sommano 10 provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle entrate e 201 documenti di prassi, costituiti da 8 circolari, 5 risoluzioni, 169 risposte ad interpello e 19 FAQ.

Secondo le analisi di Confartigianato Imprese Sardegna, in ogni caso, questa misura ha interessato ancora una ridotta quantità di immobili a uso abitativo: circa il 2,6% su un totale di 512.310 unità. Tale quota percentuale pone l’Isola al 12esimo posto nella classifica nazionale: al primo posto il Veneto con il 4,4% di edifici su cui è intervenuto il 110%, seguito da Toscana con il 4% e la Lombardia con 3.9%. In coda la Sicilia (ultima) con l’1,7% e poco prima la Liguria con il 2%, contro una media nazionale del 3,1%.

Una recente analisi del mercato immobiliare, condotta da Enea – continua la Presidenteha mostrato come nel 2021 sia cresciuta la tendenza ad acquistare immobili con una classe energetica più elevata. Senza dubbio, pur tra mille problemi, il vecchio Superbonus ha avuto un’influenza rilevante sulla dinamicità virtuosa del mercato immobiliare”. “Tuttavia – prosegue la Lai – la percentuale di immobili nella classe energetica G è ancora la più alta; anche se c’è stato un miglioramento nella qualità energetica degli immobili ristrutturati, il mercato immobiliare è ancora chiaramente caratterizzato da abitazioni di scarsa qualità dal punto di vista energetico”.

Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna sostiene la necessità di “ripensare profondamente il sistema degli incentivi nel settore dell’edilizia. “Non devono gravare esclusivamente sulle bollette di famiglie e imprese e, men che meno, generare bolle speculative. Basta con gli interventi spot sottoposti a continui ripensamenti”. “L’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare può essere una grande opportunità anche per l’Isola, ma non deve trasformarsi in vessazione per cittadini ed imprese – continua – la strada realmente efficace consiste nel progettare una vera e propria strategia strutturale di lungo termine che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive. In questo modo potremo ottenere un ritorno positivo in termini di crescita del Pil e orientare le scelte dei cittadini sulla qualità e l’efficienza energetica delle abitazioni”. “Riqualificare e recuperare gli edifici significa dare energia al mercato delle costruzioni – conclude Meloni – percorrere con decisione questa strada significa anche porre le basi di un nuovo sviluppo perché le costruzioni sono, da sempre, il driver più importante per la domanda interna: un euro investito in edilizia produce tre euro di Pil”. 

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