Crollo dei prezzi, produzioni in calo, anche per via del clima poco piovoso in Sardegna e costi di produzione ancora alle stelle. Si teme una stagione difficile per il grano in Sardegna in vista dell’annata 2023.
L’allarme segnalato da Coldiretti Cagliari è stato lanciato da Sanluri durante l’incontro della sezione del territorio dell’associazione agricola riunita per i rinnovi delle cariche. Ma questi pericoli stanno interessando tutte le zone dell’isola, con i produttori che prevedono una campagna molto difficile in un momento storico pervaso, ancora, da una enorme differenza tra i prezzi pagati al produttore primario e quelli, in particolare della pasta, che sui banchi vendita hanno raggiunto punte elevatissime. Uno scarto che penalizza fortemente le aziende che non vedono remunerato nel giusto modo il proprio grano mettendo a rischio i propri bilanci.
“Bisogna far riconoscere ai produttori primari la giusta remunerazione per il proprio prodotto attraverso un importante differenziale di prezzo verso chi conferisce in filiera – sottolinea Luca Saba, direttore Coldiretti – si fanno tanti sacrifici proprio per restare nelle filiere e, quindi, gli accordi devono permettere pagamenti consoni alla qualità del grano e dei cereali che arrivano dai territori come Sanluri”. Per il presidente Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas, inoltre “si devono correggere le filiere distorte che oggi non stanno consentendo ai nostri produttori di veder pagata la materia prima nel giusto modo – sottolinea – è necessario garantire un prezzo minimo che permetta di coprire i costi sostenuti e il giusto guadagno ai produttori”.
A fare un quadro sulle difficoltà del comparto sono stati gli stessi produttori cerealicoli di Sanluri soci di Coldiretti che chiedono a gran voce che venga calcolato il costo di produzione reale e che sia garantito un prezzo minimo per il prodotto. “I contratti di filiera sono vincolanti e guidati da monopolisti che non permettono, in questo meccanismo alla filiera, di tutelare i produttori ma incrementa i costi – dice Antonio Garau – la filiera deve essere governata”. Per Salvatore Pau, invece, “mediamente abbiamo una spesa per la produzione che oscilla tra 950 e 1.200 euro per ettaro e le produzioni, come medie aziendali, non superano i 29 quintali per ettaro – sottolinea – in questo quadro restare sotto i 40 euro non permette di coprire le spese anche perchè il gasolio è diminuito di poco, le sementi non hanno registrato cali e il concime è sceso solo di 20 euro. Se manca un prezzo minimo garantito di almeno 40/42 euro sarà difficile seminare”.
Intanto durante la serata di confronto di ieri sera, la sezione di Coldiretti di Sanluri ha eletto all’unanimità il nuovo consiglio direttivo. Il nuovo presidente di sezione è Salvatore Pau, mentre i componenti sono Efisio Lampis, Antonio Garau, Raffaele Siddi, Roberto Murgia, Sergio Mandis, Eugenio Lobina. Responsabile dei pensionati è Amedeo Pellegrin, dei giovani, Angelo Lobina e delle donne, Cecilia Murgia. “Ringrazio l’associazione per avermi sostenuto in questi 10 anni di mandato – ha detto Paolo Floris presidente uscente della sezione Coldiretti Sanluri – grazie ai soci per il lavoro fatto insieme e che ha permesso a Sanluri di ritagliarsi, in particolare per il settore grano, un ruolo importante, riconosciuto anche nei tavoli decisionali”.