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domenica, 24 Novembre 2024
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Il Governo italiano fa passi in avanti sulla regolamentazione del gioco d’azzardo

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Nonostante sia in Italia che sia nata la prima casa da gioco dell’umanità, antenata del casinò, nel 1638 a Venezia, il nostro paese si è mosso con una certa lentezza nel regolamentare il settore. Finalmente il governo italiano sembra essersi messo in marcia per definire la propria struttura di regolamentazione del gioco, e probabilmente ci saranno i primi decreti già nel 2024.

Finora un approccio frammentato

Il viceministro del Tesoro Maurizio Leo è stato chiaro e determinato, e le sue parole sulla riforma del gioco d’azzardo lasciano pensare ad un pronto intervento del governo capillare e esaustivo. C’è da dire che finora i tentativi da parte dei vari governi italiani sono stati frammentati e poco lungimiranti. Ovvio e normale che nel corso degli anni la regolamentazione del gioco d’azzardo abbia dovuto far fronte all’arrivo dei casinò online con tutto ciò che ne ha comportato: investimenti esteri, aumento del numero di giocatori e di conseguenza di introiti. Dal 2000 in maniera costante questi colossi dell’intrattenimento online hanno fatto registrare crescite impressionanti anche comparate con settori quali l’e-commerce. Provider e casinò online migliorano di giorno in giorno le proprie offerte, con giochi 3D, animazioni e sempre più spesso possibilità di giocare senza deposito (Per saperne di più sui giochi senza deposito su games.netent.com). Tutto ciò si traduce in numeri che parlano da sé. I ricavi lordi in Europa solo nel 2022 hanno superato di gran lunga i 100 miliardi (fonte dell’informazione European Gaming and Betting Association), e le previsioni sono ancora più generose, con una crescita prevista di 7,1 punti di percentuale entro il 2027.

Ecco perché occorre attuare immediatamente, e il governo sembra abbia ora le idee più chiare a riguardo.

I passaggi chiave dei provvedimenti discussi in Parlamento

Innanzitutto c’è una novità, ed è quella che i provvedimenti del viceministro Leo autorizzerebbero gli enti locali dei diversi comuni italiani a prendere parte attiva al procedimento di discussione, pianificazione e programmazione delle attività di gioco.

Inoltre i comuni potranno eventualmente avere potere contrattuale sulle regole della licenza e sui requisiti adeguati per ottenerla. Altri argomenti particolarmente interessanti sono:

  • Riduzione dei limiti di scommessa e vincita;
  • Aumento dei requisiti di formazione richiesti per manager e operatori nell’ottica del gioco responsabile;
  • Divieto assoluto di scommesse sportive dove siano coinvolti atleti di età inferiore ai 18 anni.

Per più di 10 anni sono stati vari e vani i tentativi di introdurre una maggiore razionalizzazione di un’industria che rappresenta un grande valore economico per la nostra nazione. Se si pensa che nel 2022 le casse del governo hanno visto entrare ben 11 miliardi di euro di entrate fiscali, cosa che si traduce in un +28% di aumento rispetto al 2021, si capisce bene il perché il governo Meloni stia cercando di fare quanto meno chiarezza sul tema. L’organismo preposto per il controllo del gioco d’azzardo in Italia è l’ADM, ex AAMS, operativo dal 2001, ma oggetto di svariate riforme, fra cui l’ultima nel 2018. Infatti gli ultimi due interventi statali in materia sono di lieve entità e risalenti al 2019: Legge 27 dicembre 2019, n. 160 nella Legge di Bilancio del 2020, che aveva l’obiettivo di far crescere gli utili del gioco che sarebbero poi destinati a programmi di recupero e conservazione dei beni culturali italiani; e due strumenti che potremmo definire di sicurezza e cioè il Registro unico degli operatori, e un sistema più severo in termini di tracciabilità di denaro.

Il viceministro Leo nell’aprile scorso aveva comunque tranquillizzato tutti affermando che nel 2024 saranno fatti i decreti legislativi in materia di gioco d’azzardo. Affermazione fatta in occasione non di un evento qualsiasi, ma durante “L’Agenzia delle dogane e dei monopoli tra efficienza e legalità”, svoltosi il 19 aprile a Roma nella magnifica Sala Regina di Palazzo Montecitorio. La strada sembra essere quella giusta, e il fatto che gli interventi politici mediatici sul tema siano sempre più frequenti lo conferma. L’Italia ha un estremo bisogno di regolare il settore del gioco online sotto differenti punti di vista: dall’attrazione di capitali esteri, alla sicurezza nel gioco e sulle truffe, passando per la ludopatia (toccato solo in parte dai decreti del passato), e ovviamente per la regolamentazione delle licenze, che nel nostro paese hanno requisiti molto severi.

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