È destinata a crescere di livello la mobilitazione di lavoratori della Portovesme srl dopo il nulla di fatto registrato nel corso del confronto di oggi con il Ministero.
“Restano tutte le perplessità sulle reali intenzioni della multinazionale svizzera Glencore riguardo alla prosecuzione delle produzioni di zinco e piombo nei due siti di Portoscuso e San Gavino” ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante
ricordando che la maggior parte delle attività sono già ferme e buona parte del personale è in cassa integrazione, con la fonderia di San Gavino del tutto inattiva.“Per la Glencore non ci sono più alibi – sottolinea Durante – a maggior ragione dopo l’incontro di oggi e le informazioni disponibili sui reali costi dell’energia: l’azienda riattivi gli impianti, faccia rientrare i lavoratori dalla cassa integrazione, confermi gli impegni dichiarati sulle annunciate nuove produzioni nel campo del litio per le batterie elettriche. Ogni ulteriore ritardo non è giustificato né tollerabile, considerata la necessità per l’economia nazionale della continuità nelle produzioni realizzate dalla Portovesme Srl e il carattere strategico del sito”.
Secondo la Cgil, anche il governo nazionale e quello della Sardegna sono chiamati a una assunzione di responsabilità: da un lato, il quadro di riferimento rispetto al prezzo dell’elettricità per aziende energivore come la Portovesme Srl
deve essere il più possibile certo sia sui prezzi sia sulla durata di incentivi e benefici, per agevolare la programmazione e la continuità delle attività. Dall’altro lato, come è stato ricordato alla Giunta regionale solo ieri dai lavoratori di Eurallumina, la Sardegna deve dotarsi di una strategia chiara e definita sulla politica energetica e sulle fonti di approvvigionamento per il sistema industriale, del Sulcis Iglesiente come di tutta la regione.Per queste ragioni l’attenzione sulla vertenza resta alta e, a partire dall’assemblea che si svolgerà lunedì alle 8:00 alla Portovesme, verranno decise nuove azioni di mobilitazione.