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giovedì, 26 Dicembre 2024

Superbonus, In Sardegna 7.000 lavoratori a rischio a causa dei crediti sospesi dal Governo

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Sui crediti incagliati in Sardegna a rischio 7.000 posti di lavoro tra diretti e indotto: 3.100 quelli nelle imprese delle costruzioni. Maria Amelia Lai e Giacomo Meloni (Confartigianato Sardegna): “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro”. Ecco le proposte dell’Associazione Artigiana al Governo. 

Sui crediti incagliati del superbonus la Sardegna si gioca almeno 3.100 posti di lavoro diretti, di cui 2.850 nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore, quest’ultimo, che subirebbe una contrazione del 9,1% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, arriva a toccare le 7mila unità tra diretti e imprese collegate. Situazione pesante che potrebbe riverberarsi anche sui territori:nell’area Sassari-Gallura, solo nelle MPI edili, si stimano 1.010 i posti a rischio, a Cagliari 760, nel Sud Sardegna 520, a Nuoro 330 e a Oristano 220.

Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha elaborato una analisi sugli “Occupati a rischio nelle MPI delle Costruzioni in Sardegna per inesigibilità dei crediti incagliati per i bonus edilizi”, su dati ISTAT e MEF.

Su queste ipotesi, Confartigianato Imprese Sardegna, con la Presidente Regionale, Maria Amelia Lai, e con il Presidente degli Edili, Giacomo Meloni,  non gira intorno al problema: “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha gettato nell’incertezza migliaia di imprese – affermano – per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

Confartigianato Sardegna ricorda anche come nelle piccole e medie imprese nelle costruzioni, settore che ha registrato un aumento della produttività del 5,8%, ritmo doppio del 2,6% del totale economia, sia impiegato l’87,2% degli addetti, Inoltre, quello delle costruzioni è il comparto che nel 2022 ha assorbito l’85,5% delle posizioni lavorative create.

“Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la Legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici – proseguono Lai e Meloni – senza contare l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni”. “I dati  dimostrano come l’economia sarda faticherà non poco a reggere tale improvviso stop – sottolineano i due Presidenti – il rischio è troppo alto quindi auspichiamo che le Forze Sociali e gli Enti Locali affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie”.

E gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, cominciano a creare seri problemi di liquidità alle imprese; per far fronte anche alle comuni attività quotidiane, le realtà imprenditoriali devono per forza rivolgersi alle Banche per avere i necessari finanziamenti. Proprio su questi, in base all’elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia di giugno 2022, l’Associazione Artigiana sarda ricorda come gli Istituti applichino al sistema delle costruzioni isolane un tasso (TAE tasso annuo effettivo) corrispondente al 5,26%, più alto della media del Mezzogiorno (5,05%) e con un gap di 30 punti rispetto al tasso applicato al totale delle imprese.

 “Sul problema siamo in costante contatto con i nostri colleghi nei cantieri che ci raccontano, con seria preoccupazione, i loro problemi e il rischio del blocco delle attività – concludono Lai e Meloninonostante questo, il nostro approccio è caratterizzato dal senso di responsabilità, ponendo, al centro della nostra azione la salvaguardia delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a repentaglio innumerevoli posti di lavoro del comparto”.

LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO AL GOVERNO SUI CREDITI

I numeri generati dal superbonus sono stati presentati da Confartigianato nei vari confronti con il Governo quale contributo alla risoluzione del problema dei crediti incagliati per la quale.

Secondo la Confederazione è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo. Va anche ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante. Gli Artigiani sollecitano anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025.

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