Due artisti sangavinesi, Giovanni Casu e Alessio Orrù, hanno partecipato al MusaMadre Festival 22, ospiti della residenza artistica “Ischeliu” nel Borgo Antico di Rebeccu.
La residenza artistica, Ischeliu/Richiamo, si trova presso il piccolo borgo abbandonato di Rebeccu, nel Comune di Bonorva e ha ospitato un gruppo di 10 artisti, nativi sardi emigrati e sardo-discendenti (figli, nipoti o pronipoti di sardi ma non nati in Sardegna).
Il gruppo è stato ospite a Rebeccu per una settimana. Poche case in pietra, alcune restaurate, una chiesetta e un cimitero sconsacrato rendono il borgo medievale al tempo stesso inquieto e suggestivo, soprattutto alla luce dei racconti che lo riguardano. Il più celebre riguarda il re Beccu, feudatario del villaggio, e la figlia, la principessa Donoria: ritenuta una strega, allontanata dal villaggio mentre la sua dimora veniva distrutta da un rogo. Nell’abbandonarla, legata a un mulo, lanciò la ‘maledizione delle trenta case’: Rebeccu non avrebbe mai avuto più di trenta abitazioni. Secondo alcune versioni anche il padre lanciò il suo anatema, provocando l’avvelenamento delle numerose fonti d’acqua nei dintorni.
In questo contesto è stata condivisa un’esperienza immersiva e articolata con gli artisti ospiti del progetto che durante questo periodo di residenza hanno continuato la loro ricerca creando anche occasioni di condivisione pubblica e di open studio.
Si tratta di artisti provenienti da varie discipline il cui curriculum è caratterizzato da un percorso lavorativo internazionale e di grande prestigio. Il rapporto tra Sardegna ed emigrazione è un infinito ancestrale che fa parte della natura stessa dell’isola e dei suoi abitanti. Isola come luogo di attracco o di partenza, dove lo sguardo è sempre rivolto verso un orizzonte aperto all’immaginazione dell’ignoto, alla vita oltre il mare.
L’idea di creare un progetto di residenza che accompagni chi desidera riconnettersi con le proprie radici e lo aiuti a ricrearne i propri punti di appartenenza attraverso l’esperienza diretta con terra, comunità, vecchie e nuove ritualità, tradizione ed espressioni artistiche contemporanee.
Tra gli artisti selezionati, i sangavinesi Giovanni Casu (emigrato a Berlino, in Germania) e Alessio Orrù (emigrato a Lille, in Francia) che al termine dell’esperienza, articolata in un confronto continuativo con gli altri ospiti (Moreno Cabitza, Carolina Calema, Valentina Di Cataldo, Silvia Montis, Alessandra Piovera, Andrea Pizzalis, Federica Soletta, Natascia Sollecito Mascetti) hanno dato vita a un cortometraggio che vi proponiamo di seguito.
Giovanni Casu ha portato la sua ricerca sul Copriletto Sardo, mentre Alessio Orrù ha presentato “Derivare”, progetto in cui indaga il volume che si necessita per preparare un “viaggio”: la ricerca lo ha poi portato a Carrara e ha prodotto una scultura che porta con sé la conchiglia.
L’apertura del Festival è stata curata dal famoso stilista Antonio Marras e tra le tante presenze, anche quella delle bravissime Tanya & Mara, che hanno portato la loro personale visione di artiste e donne sarde emigrate.
Differenti provenienze e di approccio e visione che hanno contribuito all’arricchimento di una visione che ha trovato nel luogo scelto l’humus ideale per rielaborare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente come punto di ripartenza per l’ascolto del richiamo verso le proprie origini.
Sensazioni e sensibilità così diverse, ma con radici comuni, hanno portato alla produzione del cortometraggio che vi proponiamo di seguito, realizzato grazie alla direzione artistica di Valeria Orani e alla regia Francesca Lixi.