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Cleopatra, 9 anni dopo. Il ricordo della furia degli elementi sulla Sardegna

Cercasi cane salvato dall'alluvione

Nove anni fa San Gavino Monreale viveva un incubo. Quel 18 novembre del 2013 lo ricordiamo tutti come se fosse ieri. Nonostante l’allerta meteo del giorno prima (ai tempi i bollettini non erano frequenti come ora, e spesso sottovalutati) tante persone si misero in auto per andare a lavoro o fare le commissioni quotidiane.

Quello che accadde quella mattina e durante tutta la giornata è ormai storia. Un film drammatico che passa davanti agli occhi dei sangavinesi ogni volta che arriva un temporale più forte del solito.

Il ciclone fu battezzato “Cleopatra”. Le strade di San Gavino diventarono fiumi, i canali esondarono, la parte bassa del paese venne completamente sommersa. Il risultato furono case allagate e attività commerciali messe in ginocchio da un mare di fango.

A distanza di 9 anni, vogliamo ricordare uno dei giorni più difficili, almeno della storia recente, per i cittadini di San Gavino e di tutta la Sardegna. Il ciclone, infatti, fece danni ingenti in gran parte del territorio regionale, con un bilancio di 19 morti.

“L’Istituzione regionale – ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas ricorda con commozione la giornata del 18 novembre 2013, quando, per le fortissime piogge cadute in poche ore, si verificarono frane, esondazioni, allagamenti in tante zone dell’Isola, provocando la morte di 19 persone e ingenti danni alle attività economiche, alla viabilità e, in particolare, all’agricoltura, con migliaia di sfollati e danni per centinaia di milioni di euro”.

“Le zone maggiormente colpite – ha aggiunto il presidente Solinas – furono la Gallura, il Nuorese, l’Oristanese e il Medio Campidano, ma fu Olbia, con nove morti e ottomila case danneggiate, a rappresentare l’epicentro di un disastro che ancora oggi fa tremare per il ricordo di quei momenti drammatici. Seppure a distanza di anni, un ringraziamento va alle forze dell’ordine, ai militari, ai professionisti del soccorso e ai tanti volontari che si prodigarono con impegno e dedizione per aiutare le comunità coinvolte. Un’ulteriore occasione nella quale la forza dei sardi, impegnati in una straordinaria gara di solidarietà, consentì ai territori gravemente colpiti di rialzarsi”.

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