È stato riscontrato ad Arbus nell’allevamento di Michela Dessì, presidente di sezione Coldiretti, il primo caso in Europa della malattia emorragica del cervo (virus dell’EHD). Si tratta di una malattia che colpisce tutti i ruminanti domestici e selvatici in forma di malattia clinica nel bovino mentre nell’ovino e caprino non riscontra nessun sintomo clinico anche se gli animali si infettano e possono diventare serbatoi dell’infezione.
“Una nuova tegola pesantissima per la zootecnia sarda – commenta Coldiretti Sardegna – già penalizzata dal caro prezzi e dal nuovo macigno della lingua blu con sintomi e morti negli ovini e movimentazione possibile solo dopo Pcr”.
Con questo nuovo virus, per il quale non esiste ancora vaccino, ci ritroviamo con il blocco totale della movimentazione fuori e all’interno della Sardegna (come deciso dal Ministero della Salute, e che sarà annunciato nelle prossime ore dai tecnici della Regione) per un periodo tra le tre e le quattro settimane, dei ruminanti che possono essere serbatoio dell’EHD ed in particolare dei bovini che a differenza della lingua blu (per il quale sono un serbatoio) sono la specie più suscettibile, con l’infezione, che a differenza degli ovini e delle altre specie sensibili, può portare alle forme cliniche più gravi. È invece consentita, in deroga, la sola movimentazione per la macellazione all’interno del territorio regionale.Oggi sono arrivati i risultati della analisi effettuate su un bovino morto la settimana scorsa: “Sono rimasta basita alla notizia – afferma Michela Dessì – non me la sarei mai aspettata”.
I sintomi sono molto simili a quelli della lingua blu. La vacca presenta bava, muco, l’ingrossamento della lingua, difficoltà respiratorie e difficoltà nei movimenti oltre a zoppia. “Domani prelevano anche le pecore perché hanno sintomi anche loro – spiega Michela Dessì -. La novità che sto riscontrando è il sanguinamento da una narice”.“Una notizia terribile che arriva in una Regione già martoriata dal caro prezzi e dall’incubo lingua blu – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. È urgentissima l’istituzione di una unità di crisi coordinata dall’Istituto zooprofilattico con il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria che possa monitorare e trovare immediatamente delle soluzioni alternative al blocco totale, nel rispetto della sicurezza degli animali, altrimenti si porterebbero sul baratro i circa 7.800 allevamenti degli oltre 210mila bovini da carne che vendono la maggior parte dei vitelli fuori dalla Sardegna”.