La lingua blu e le prescrizioni assunte per contenerla non possono diventare campo fertile per gli sciacalli. Sono le richieste di Coldiretti Sardegna per un virus che sta nuovamente terrorizzando gli allevamenti sardi. Sia quelli ovini che contano già 144 focolai tra attivi (31), sospetti (80) ed estinti (33) per un totale di circa 40mila pecore coinvolte con oltre 1000 capi con sintomi clinici e 301 morte, ma anche quelli bovini, da carne in particolare, che si ritrovano bloccati in stalla ed obbligati ad effettuare (al momento fino al 13 novembre) gli esami della reazione a catena della polimerasi (Pcr) per sierotipo 3, prima di essere movimentati.
Una dramma nel dramma che si abbatte sugli allevamenti in uno dei peggiori momenti storici con i prezzi delle materie prime schizzati alle stelle
. Ieri i dirigenti di Coldiretti Sardegna insieme ad una delegazione di allevatori è stata ricevuta a Cagliari dal direttore del Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Antonio Montisci, al quale sono state presentate tutte le paure e il pesante fardello che dovranno pagare ancora una volta gli allevatori.Il blocco della movimentazione da anni ormai sta condizionando gli allevatori di bovini da carne con gli esami della Pcr che costano 25 euro, con un aumento dei costi di produzione dovuto ai vitelli che vengono fermati in stalla, che quest’anno assumono un valore esorbitante visto l’aumento dei mangimi, della corrente elettrica e di tutte le materie prime. Settore che interessa tutto il territorio regionale. In Sardegna sono presenti, infatti, circa 7.800 allevamenti con oltre 210mila capi, dei quali oltre 80mila nel territorio di Nuoro e Ogliastra, 45.600 a Sassari, 35.500 in Gallura, 25.500 a Oristano e circa 24.500 nel sud Sardegna
“Gli effetti della lingua blu sono aggravati dagli speculatori che si aggirano come corvi nelle stalle degli allevatori – sostengono da Coldiretti Sardegna -. Una calamità che va fermata e sulla quale occorre sorvegliare e monitorare. Chiediamo che le istituzioni siano garanti e consentano agli allevatori sardi già pesantemente penalizzati da questa epizoozia di poter commercializzare i propri animali agli stessi prezzi dei colleghi del continente”.
Coldiretti Sardegna ha chiesto inoltre l’istituzione immediata di un tavolo tecnico “in cui si condividano tutti i dati, si faccia chiarezza e si comunichino le strategie che si stanno adottando per bloccare l’emergenza e allo stesso tempo per sconfiggere o comunque per mettere sotto controllo la lingua blu che sta mietendo vittime da 21 anni. Anni in cui la Sardegna ha perso 800mila capi e sono stati investiti per gli indennizzi oltre 166milioni, oltre alle sostanziose perdite indirette con mancati redditi dovuti alle conseguenze di questo virus e ai numerosi blocchi della movimentazione”.
“Allo stesso tempo – evidenzia Coldiretti Sardegna – è fondamentale accelerare il pagamento degli indennizzi dello scorso anno, oltre a pensare già a coprire i danni di quest’anno e quelli derivanti dall’esame della Pcr che non possono essere accollati dagli allevatori”.
“Per il contingente e per un intervento efficace ed immediato – secondo Coldiretti Sardegna – sarebbe opportuno dare direttamente agli allevatori gli insettorepellenti con la speranza che l’abbassamento delle temperature aiuti nel debellare definitamente il virus”.