Pubblichiamo con piacere e con un pizzico di orgoglio sangavinese la foto e il racconto pubblicato da Maurizio Lepori su Facebook. Una storia che parla della passione condivisa per l’atletica e che ripercorre le tappe del giovanissimo Federico Ortu, un talento cristallino che sta facendo parlare di sé grazie ai risultati ottenuti negli ultimi anni, tra cui il titolo di Campione Sardo assoluto dei 10.000 metri.
Ecco le parole di Maurizio Lepori. Buona lettura!
Nel marzo del 2016, dopo aver preso parte alla “Marcialonga del carciofo” di Samassi, mi ritrovai davanti al pc a guardare scorrere sullo schermo una miriade di foto di gente che corre.
Avevo iniziato quella storia di correre da circa sette mesi e avevo appena scoperto le foto di Arnaldo. Attraverso quelle foto potevo tranquillamente ricostruire l’andamento della gara, e con un controllo incrociato di foto e numero di pettorale potevo anche dare un volto a tutti quei 77 corridori che erano giunti al traguardo prima di me.
Ebbene sì, correvo da ben sette mesi ma mi capitava ancora di arrivare 78° al traguardo. Quel giorno impressi nella mia mente i volti di quei 77, e cominciai a stilare una lista nera di corridori da prendere prima della fine dell’anno. In quella lista ci stavano arzilli sessantenni con i quali avevo ingaggiato duelli spalla a spalla che avevo sistematicamente perso, ci stavano ragazze longilinee che mi avevano fatto mangiare la polvere sollevata dai loro scarpini, e ci stava pure un ragazzino di dodici anni con la maglia dell’atletica San Gavino.
Il ragazzino dodicenne si piazzò al ventunesimo posto e dalle foto potei osservare il suo arrivo, nel quale si lanciò in uno sprint nientemeno che con Giuseppe Cocco, atleta quarantenne di lunga esperienza.
Alla fine venne fuori che il dodicenne si chiamava Federico Ortu, che di anni in realtà ne aveva quindici e che molto probabilmente Giuseppe Cocco nello sprint lo aveva lasciato vincere. Sì, ho immaginato che Giuseppe lo avesse fatto passare avanti per premiare il suo impegno, per il solo fatto che fosse lì, a battagliare dietro ai corridori più forti e navigati di lui, e perché un pochino si era affezionato a quel ragazzetto.
Non potevi non provare un’istantanea simpatia per Federico, ma lo misi comunque in cima alla mia lista nera.
Da quel momento è cominciato per me un lungo inseguimento, nel quale pian piano ho cercato di depennare i nomi da quella lista. Nel fare ciò mi sono ritrovato diverse volte ad affrontare Federico e ho inevitabilmente seguito la sua lenta e costante crescita.
Ricordo sempre con piacere il suo primo 10000 in pista. Era il luglio 2017, il luglio più caldo degli ultimi 1000 anni, mi arrivò un messaggio di Federico che mi comunicava entusiasta il suo imminente esordio, chiedendomi se ci fossi anche io. Non avevo assolutamente voglia di sorbirmi 25 giri di pista in una fornace a cielo aperto, ma il suo entusiasmo fu talmente contagioso che non potei fare a meno di unirmi a lui.
In quella sera di luglio faceva il suo esordio anche quel diavolo di un Claudio Solla, che non pago di darci legnate sui denti su strada, aveva deciso di cimentarsi anche con le gare in pista. Claudio ci bastonò anche quella volta e Federico arrivò terzo, mostrando anche in quell’occasione la sua voglia di crescere in fretta.
Come quando esordì a Oristano nel 2018 sulla distanza della mezza maratona, stampando un 1h17’40”, la miglior prestazione della sua categoria nell’anno solare, fino a quel momento. Fu la miglior prestazione per il semplice fatto che eravamo a febbraio e in tutta Italia solo pochissimi ragazzi della sua età si erano cimentati in una gara così dura. La prestazione di Oristano non fu registrata per tempo negli archivi FIDAL, perciò solo in pochi seppero che si trattava della miglior prestazione dell’anno, ma quella gara la diceva lunga sull’impazienza del ragazzo. La sua tenacia e la sua perseveranza nel raggiungere i suoi obbiettivi non furono comunque scalfite.
Be’, la faccio breve, che altrimenti perdo il filo. È successo che dopo anni di allenamenti massacranti, di rinunce e sacrifici, be’, Federico sta raccogliendo dei bei frutti.
Domenica scorsa, per esempio, si è ritrovato ai nastri di partenza della mezza maratona di Valencia. Era tutto programmato nei minimi dettagli, aveva un piano gara che prevedeva di partire non velocissimo, di tenere un passo regolare e di chiudere in crescendo. Poteva andare tutto così liscio? Certo che sì, ma lui ha deciso di partire ignorante e spensierato, come in una “Marcialonga del carciofo” qualsiasi.
Il fatto è che appena partito si è ritrovato accanto a Konstanze Klosterhalfen, la tedesca fresca campionessa d’Europa dei 5000 metri, e gli si deve essere annebbiato il cervello. In quel momento deve aver pensato che, essendo lei all’esordio, non sarebbe andata troppo forte, e ha immaginato che avrebbero potuto fare la strada insieme. O forse semplicemente non ha pensato, ha lasciato andare le gambe, contento di stare accanto a una campionessa d’Europa che fino a quel giorno aveva visto solo in TV.
Comunque sia, aveva immaginato male. La Klosterhalfen era sì all’esordio, ma aveva pianificato di andare molto forte, chiuderà infatti la gara in testa, con un 1h05’51”, fiaccando l’opposizione di alcune keniane.
Federico, dopo i primi tre chilometri a rotta di collo, con il cuore che pulsava impazzito, ha avuto il buon senso di lasciare andare la campionessa e proseguire con il suo passo. La sua gara è stata tutt’altro che regolare, ma alla fine è riuscito comunque a migliorare il suo primato personale, scendendo due secondi sotto il muro di 1h08′, facendo registrare su questa distanza una delle migliori prestazioni di un atleta sardo negli ultimi anni.
Per prendere Konstanze se ne riparla l’anno prossimo.