“Storie di unioni civili dal 2016 al 2022”: domani 25 ottobre, a San Gavino, un confronto per parlare di diritti e famiglia a partire dalla Legge Cirinnà emanata nel 2016 per regolamentare le unioni civili fra persone dello stesso sesso.
L’evento, che si terrà alle 19 nei locali del Civis, è organizzato nell’ambito del Festival Letterario del Monreale in collaborazione con la commissione pari opportunità del Comune di San Gavino. Precede l’incontro, a partire dalle 18, un reading sul tema curato dai ragazzi dell’associazione Delfino.
Proseguono gli eventi autunnali organizzati dal Festival letterario del Monreale con due momenti dedicati alle unioni civili fra persone dello stesso sesso dal 2016 (anno in cui è stata approvata la Legge n. 76 voluta dalla senatrice Monica Cirinnà per colmare il vuoto normativo in materia) al 2022.
Alle 18, saranno protagonisti i ragazzi dell’associazione di utilità sociale Delfino con un reading tratto dal saggio “We are family. Storie di unioni civili” (Janus Editore) scritto da Giovanni Follesa.
Alle 19, l’appuntamento realizzato in collaborazione con la commissione Pari opportunità del Comune di San Gavino Monreale, che vedrà la partecipazione di Michele Pipia dell’associazione Arc, il direttore artistico del Festival Giovanni Follesa, Barbara Collu e Rinella Secci, rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Pari opportunità del Comune di San Gavino. Modera gli interventi la consigliera comunale del Comune di Cagliari Camilla Soru.
«Abbiamo voluto organizzare questo evento, in accordo con la commissione Pari opportunità, per trattare un argomento di grande rilevanza sociale in un confronto pubblico, anche per stimolare il dibattito e per valutare insieme quali passi sono ancora da compiere», spiega la condirettrice del Festival Francesca Spanu. «Un ringraziamento speciale va ai ragazzi dell’associazione Delfino, con i quali abbiamo fatto un laboratorio di lettura espressiva, che introdurranno l’evento con un reading sul tema tratto dall’opera del condirettore del Festival Giovanni Follesa», conclude.