Durante l’incontro, è stato approfondito lo stato di crisi aziendale dovuto al caro energia e l’esigenza di riconvertire, nei prossimi mesi, le linee produttive con materiali più richiesti dal mercato mondiale. I rappresentanti della Giunta regionale hanno fatto appello all’azienda di non fermare la produzione e non attivare precipitosamente la cassa integrazione.
Si è svolto stamani, in videoconferenza, alla presenza dei rappresentanti dell’azienda, di Confindustria, e del Consiglio regionale, la riunione interassessoriale per fare il punto della situazione sul futuro della Portovesme Srl, in previsione del vertice convocato domani, 6 ottobre, al Ministero dello Sviluppo Economico. Durante l’incontro, è stato approfondito lo stato di crisi aziendale dovuto al caro energia e l’esigenza di riconvertire, nei prossimi mesi, le linee produttive con materiali più richiesti dal mercato mondiale. I rappresentanti della Giunta regionale hanno fatto appello all’azienda di non fermare la produzione e non attivare precipitosamente la cassa integrazione.
“Comprendiamo la posizione della Portovesme S.r.l, ma chiediamo all’azienda di soprassedere, sospendere la decisione di fermare gli impianti della fonderia di San Gavino e salvaguardare i livelli occupazionali, in attesa di aprire una trattativa con il nuovo Governo ed integrare il decreto Energy release, appena approvato, anche con riguardo al principio di insularità”. È la richiesta congiunta degli assessori del Lavoro, dell’Industria e della Difesa dell’ambiente, Zedda, Pili e Lampis alla Portvoesme S.r.l.
“L’onere della riconversione industriale – ha dichiarato Zedda – e la strategia aziendale non devono essere a carico dei lavoratori. Il tema del caro energia è una partita unica per tutte le aziende che operano in Sardegna ed è all’attenzione della Giunta e del Consiglio regionale, che stanno lavorando per mettere in campo una serie di strumenti di compensazione in grado di contenere i costi energetici”.
“Diventa sempre più urgente – ha affermato Pili – dare una risposta concreta ai lavoratori alla luce dell’interruzione delle linee produttive annunciata dall’azienda. Comprendiamo che l’offerta vada ridimensionata sulla base delle attuali condizioni del mercato, ma vogliamo capire se il piano di ristrutturazione aziendale preveda, ad esempio, che la chiusura delle vecchie linee produttive venga sostituita con l’apertura delle nuove, e di conseguenza, che venga contemplato il mantenimento delle professionalità in servizio e non in cassa integrazione.”
“Il Sulcis e il Medio Campidano sono tra i territori più poveri di Italia. Il prezzo della crisi non può ricadere sull’anello più debole della catena, un territorio martoriato dalla crisi – ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente -. Il Sulcis, in particolare, è stato inquinato e depredato. Ogni decisione dell’azienda non potrà prescindere dagli impegni e dagli investimenti assunti per i progetti di recupero ambientale nel sito industriale di Portovesme. La Regione vigilerà affinché siano portati a termine tutti i programmi di bonifica”.