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martedì, 19 Novembre 2024
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Caro energia, allarme in Sardegna: bollette su del 75% rispetto al 2021

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In Sardegna le bollette crescono del 75% rispetto al 2021. Il nuovo aumento dei costi dell’energia elettrica per imprese e cittadini sarà uno tsunami. Gli artigiani puntano il dito sul credito d’imposta: follia burocratica.  Lai e Serra (Confartigianato Sardegna): “L’economia rischia di collassare per colpa dei documenti richiesti: urgente semplificare”.

Il caro bollette non da tregua alle imprese e alle famiglie della Sardegna: ad agosto i prezzi dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili sono cresciuti, in media, del 75,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento maggiore è stato registrato a Olbia-Tempio con +73,6% rispetto all’anno precedente; segue la provincia di Sassari con +64,7% e Cagliari con +66,4%.

Le crescite sono state rilevate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati ISTAT tra il 2021 e 2022. E l’ennesimo aumento dei costi annunciato dall’inizio di questo mese è la raffigurazione tangibile e concreta dello tsunami energetico che avanza inesorabilmente.

Per questo gli artigiani di Confartigianato Imprese Sardegna chiedono al prossimo Governo di fare in fretta e di studiare interventi consistenti e soprattutto semplici nella fruibilità perché la complicatezza delle procedure burocratiche costituiscono per le piccole imprese una barriera all’accesso agli sgravi e i ritardi nelle erogazioni possono favorire l’ecatombe del settore produttivo.

“L’ennesimo aumento dei costi energetici, annunciati da questo mese, ci pone davanti ad un’emergenza senza precedenti perché rischiamo una vera e propria catastrofe economica e imprenditoriale – affermano Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai e Daniele Serrail prossimo Esecutivo deve intervenire subito perché migliaia di attività potrebbero chiudere. Se lo Stato non ha le risorse è indispensabile utilizzare i fondi europei per calmierare subito il costo delle bollette”.

E’, infatti, urgente sostenere le imprese afflitte dalla nuova gravissima emergenza del caro bollette che, dopo la traversata pandemica, mette in pericolo la sussistenza stessa del tessuto produttivo.

Il caro-energia – sottolineano Lai e Serraè tra le prime emergenze che dovranno essere affrontate dal nuovo Governo, in continuità con le azioni calmieratrici già messe in campo dal Governo Draghi. Le cause dei rincari vanno affrontate in una prospettiva strutturale. Occorre attuare incisive politiche di diversificazione del mix energetico, puntando sulla riduzione della dipendenza dal gas russo, investendo sulle energie rinnovabili e sull’efficienza”. “Altrettanto importante – rimarcano Presidente e Segretario – intervenire sulla composizione tariffaria con una misura strutturale di riduzione degli oneri generali in bolletta e il loro finanziamento mediante altre forme di gettito. Non possiamo affrontare l’autunno e l’inverno con il rischio che il caro bolletta ci porti verso una nuova recessione, dopo le fatiche che il sistema produttivo sta facendo per cercare di “rimanere aperto””.

Se da una parte il Governo ha introdotto un meccanismo attraverso cui la singola impresa può accedere a un credito d’imposta – continuano Lai e Serradall’altra c’è un meccanismo con procedure enormemente complesse e discriminatorie verso una buona parte di piccole aziende che non hanno i requisiti per accedervi ma che subiscono anch’esse rincari allucinanti”. “Per richiedere il credito d’imposta, infatti – denunciano – vengono richiesti troppi documenti e sono troppi complessi calcoli, una vera follia burocratica: la procedura è estenuante e, soprattutto, l’impresa deve prima pagare le fatture per scontarsi solo successivamente il proprio credito entro fine anno”. “Ma potrebbe essere troppo tardi – concludono Presidente e Segretariosarebbe stato molto più utile e pratico prevedere dei benefici come quelli già messi in campo nel Decreto Sostegni, che prevedeva aiuti immediati ed automaticamente ricompresi in fattura (azzeramento degli oneri di sistema e la riduzione Iva sul gas al 5%). Per questo è necessario semplificare al massimo le procedure”.

Nel dettaglio i prezzi di elettricità, gas e altri combustibili in Italia salgono del 76,4%, ben 24,5 punti in più rispetto al 51,9% dell’Eurozona. Crescita a tre cifre nei Paesi bassi con +151,4% ed Estonia con 145,1%; seguono il maggiore dinamismo in Lituania, dove si registra un aumento del 95,6%, Lettonia con 86,2% e, appunto, l’Italia con 76,4%, un dinamismo del costo delle bollette ampiamente al di sopra di quello di Spagna con 54,3%, Germania con 46,0% e Francia con 23,0%.

In chiave regionale, la crescita più elevata si registra in Trentino-Alto Adige con il 115,7%, seguito da Umbria con 86,5%, Abruzzo con 85,1%, Toscana con 83,7%, Marche con 80,8% e Molise con 80,6%. Come detto la nostra regione si piazza al 12esimo posto. Dinamica elevate, ma relativamente più contenute in Liguria con 63,8%, Campania con 68,0%, Calabria con 68,3% e Piemonte con 68,6%. Chiude la classifica la Liguria con “solo” + 63,8%.

A livello territoriale, i tassi di crescita più alti dei prezzi che definiscono le bollette di elettricità e gas si riscontrano nella Provincia Autonoma di Bolzano con 117,5% e nella Provincia Autonoma di Trento con 116,7%; seguono con tassi superiori all’80% Perugia con 86,8%, Teramo con 86,6%, Terni con 85,7%, Massa-Carrara con 84,6%, Lucca con 84,5%, Grosseto con 84,0%, Livorno con 83,9%, Pescara e Pistoia entrambe con 83,9%, Firenze con 83,8%, Arezzo con 83,5%, Bologna con 83,5%, Pisa con 83,2%, Siena con 83,1%, Catania con 82,7%, Campobasso con 82,2%, Ascoli Piceno e Macerata entrambe con 81,0%, Modena con 80,9% e Ancona con 80,7%. All’opposto dinamiche relativamente più contenute a Cagliari con 66,4%, Sassari con 64,7%, Imperia e La Spezia entrambe con 64,5% e Genova con 63,4%.

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