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Cosa non hanno imparato i politici, cosa non ha imparato la politica

In questo sistema elettorale in cui gli italiani non possono scegliere, la politica e i politici non hanno imparato praticamente nulla. In passato il politico camminava tra la gente, non mancava mai agli appuntamenti con i suoi elettori. Poteva essere la festa paesana, un convegno, una presentazione: era sempre presente in questo o quel paese, e addirittura aveva il proprio ufficio dove il lunedì riceveva i suoi concittadini o quelli dei paesi vicini, perché il contatto con le persone era indispensabile per svolgere al meglio il proprio lavoro.

Oggi di tutto questo non c’è più traccia. Una volta arrivati al loro obiettivo dimenticano le proprie radici, scordano da dove vengono, ma soprattutto cambiano il numero di telefono

 per non essere disturbati. Una volta conclusa la campagna elettorale, meno gente vedono e meglio stanno. Poi ci si chiede il motivo per cui la gente non va a votare e si arrende al luogo comune del “sono tutti uguali”.

Come dare torto al cittadino se ci sono ministri, parlamentari, assessori e consiglieri regionali che non conoscono neanche a quanto ammonta una pensione minima? Come dare torto a chi non va a votare, se queste persone che dovrebbero rappresentarli non riescono ad ascoltare e sentire il disagio che in questo momento sta vivendo il popolo italiano? 

Il paese sta rischiando una vera e propria rivoluzione: rincari su rincari e se gli imprenditori giustamente aumentano i prezzi per adeguarsi ai costi imposti dal mercato chi non può far nulla è il cittadino e a cui lo stipendio non viene aumentato. Quanto manca la scala mobile, uno strumento che probabilmente i politici moderni non sanno neanche cosa sia! Sicuramente non la conoscono i nostri figli e i nostri giovani, che ormai sono completamente disaffezionati alla politica e ai politici. La scala mobile era un qualcosa di straordinario: introdotta in Italia nel 1945 a seguito di un accordo tra la Confederazione generale dell’industria italiana e la Confederazione generale del lavoro, era un meccanismo d’indicizzazione delle retribuzioni che e aveva lo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei salari, adeguando automaticamente la dinamica salariale a quella inflazionistica. Nel 1951 fu stabilito un sistema attraverso il quale, alle variazioni dell’indice dei prezzi, scattavano corrispondenti aumenti delle retribuzioni. Il punto di contingenza era uguale per l’intero Paese e per tutti i comparti dell’economia nazionale.

Ecco, questa era la scala mobile e aveva lo scopo di non lasciare indietro nessuno. Poi sono arrivate nuove riforme, i cittadini sono stati messi da parte e la politica ha lavorato per i politici ma non per il popolo. In questo modo i diritti conquistati dai nostri genitori sono stati gettati al vento e il popolo ha perso tutto. Oggi è difficile ritrovare quanto perduto, perché il politico ormai non ti ascolta, non riuscirà mai a capire come si possano pagare le bollette e mantenere una macchina con una pensione minima di 526 euro al mese o tirar su una famiglia di quattro persone con uno stipendio di 1200 euro al mese.

Forse loro non sanno che questa è la vita reale e non quella che si legge in un libro di fantasia. Il popolo è disperato e ormai per far saltare il banco basta davvero un niente

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