Campeggi al completo per Ferragosto che registrano i dati del 2019 e si confermano la seconda attività turistico ricettiva in termini numerici dopo l’alberghiero.
È quanto emerge da una indagine di Faita Sardegna, l’associazione delle strutture open air che registra un +33% rispetto ai dati del 2021 ed un ritorno ai numeri pre pandemia grazie al ritorno dei turisti stranieri e ad una massiccia presenza di italiani. L’unica nota stonata con lo storico caro traghetti e la carenza di personale.
Dal nord al sud della Sardegna, seguendo il trend nazionale secondo l’indagine Faita le scelte le principali motivazioni di scelta degli amanti delle eco-vacanze sono il contatto con la natura, la possibilità di godere di servizi e confort, la bellezza e l’amenità dei luoghi che ospitano le strutture open air.
Le superfici medie delle strutture vanno da un minimo di 50.000 metri quadri ad oltre 500.000 metri quadri, con una densità media per ospite che va da un minimo di 40 mq ad oltre 100 mq.
I dati evidenziano inoltre, una permanenza media molto alta rispetto a tutto il settore, pari a circa sette giorni.
Ad influenzare le scelte dei turisti quest’anno si sono aggiunti altri fattori di incertezza: l’aumento generale dei prezzi del carburante e l’inflazione. Questi hanno fatto privilegiare nel comportamento del turista le prenotazioni last minute, quelle sotto data, con l’attesa di offerte particolari.
“È la grande novità ereditata dalla pandemia – spiega il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano -, la modalità di prenotazione delle vacanze è cambiata per una fascia molto ampia di popolazione che aspetta l’ultimo minuto, evita le agenzie, e prenota con contatto diretto. Questo necessità di una organizzazione diversa per le nostre strutture con l’ulteriore incognita del personale che è sempre più carente”.