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ZES Sardegna, ecco il Contratto Istituzionale di Sviluppo “Acqua bene comune”

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Scongiurare l’emergenza idrica mediante investimenti nell’infrastrutturazione e nei servizi idrici finalizzati a gestire in maniera più sostenibile ed efficiente la risorsa acqua. È l’obiettivo del Contratto Istituzionale di Sviluppo “Acqua bene comune”, avviato lo scorso 21 luglio dal Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, che è stato oggi l’oggetto di un tavolo presso l’assessorato dell’Industria, cui è intervenuto il commissario della ZES Sardegna, Aldo Cadau.

“Ho colto l’invito del commissario della ZES Sarda per poter illustrare le misure, destinate ai nostri consorzi industriali e alla loro progettualità cantierabile, a valere sui fondi messi a disposizione dalla Coesione Territoriale – ha detto l’assessore Anita Pili. – Quella di oggi è anche l’occasione per fare il punto sulla perimetrazione delle ZES e in particolare sui tempi di attuazione per le misure che la ZES stessa comporta per i nostri Consorzi Industriali. Le integrazioni nella perimetrazione e le modifiche verranno apportate in un secondo momento; ciò che ora è importante è tracciare un percorso di collaborazione comune che ci permetta di recuperare tutte le risorse necessarie a dare valore aggiunto alle nostre are industriali, con ricadute positive in termini di servizi alle nostre imprese. Inoltre, i fondi messi a disposizione dal Ministero consentiranno ai Consorzi Industriali di riservare altre eventuali risorse regionali ad ulteriori progetti”.

I consorzi industriali sono tenuti a presentare, entro il 15 settembre 2022, le schede progetto scaricabili dal sito Invitalia (soggetto attuatore e di supporto). Nello specifico, i soggetti interessati dovranno elaborare proposte esecutive coerenti con la pianificazione di settore e con le priorità regionali attinenti all’area tematica e al settore di intervento della classificazione FSC.

Complessivamente, il Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale ha previsto stanziamenti per oltre 4 miliardi per il CIS “Acqua Bene Comune”. I progetti presentati dai singoli consorzi non dovranno avere un importo inferiore al milione di euro.

Le proposte dovranno rispondere a criteri di eleggibilità quali la coerenza con la pianificazione di settore, la complementarietà e integrazione rispetto ad altri investimenti già finanziati, le tempistiche per la cantierabilità, la strategicità e, come menzionato, la significatività economica.

I settori di intervento riguardano le risorse idriche con specifico riferimento agli ambiti di captazione e accumulo, potabilizzazione, trasporto e distribuzione, fognatura, depurazione, riutilizzo e restituzione all’ambiente, monitoraggio.

“Si tratta di un’opportunità economica straordinaria – sottolinea l’assessore dell’Industria – che deve vederci collaborativi per il raggiungimento di un obiettivo comune, che tenga conto della sostenibilità ambientale e dello sviluppo economico dei nostri territori”.

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