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domenica, 22 Dicembre 2024

Elezioni, 5 milioni di italiani rischiano di non poter votare perché lavorano o studiano in una regione diversa da quella di residenza

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“L’Italia, oltre a Malta e Cipro, è l’unico grande Paese europeo che non prevede nessuna possibilità per le persone che lavorano o studiano in una regione diversa da quella di residenza, di poter votare dove vivono”. Lo afferma Nicola Carboni, Coordinatore di Più Europa della Città Metropolitana di Cagliari sottolineando che “si tratta di un grave problema che investe l’esercizio dei diritti democratici, sempre del tutto ignorati in campagna elettorale”.

“Pur coscienti che la legge che stava arrivando alla discussione del Parlamento – spiega Nicola Carboni – è decaduta a causa della fine del Governo Draghi, Riccardo Magi con Enrico Costa alla Camera e Emma Bonino con Matteo Ricchetti in Senato, hanno presentato un’interrogazione urgente alla Ministra Lamorgese, perché sia tentato tutto il possibile per evitare che 5 milioni di concittadini non riescano a votare”.

La senatrice Emma Bonino ha sottolineato «che non posiamo ogni volta lamentarci della scarsa affluenza e poi rendere il voto un percorso ad ostacoli per i cittadini e le cittadine italiane. Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani e poi non permettergli di votare dove vivono, lavorano e studiano in una regione diversa da quella del comune di residenza».

“In particolare le studentesse e gli studenti universitari, il 25 settembre saranno in sessione d’esame e di laurea. Più Europa Città Metropolitana di Cagliari fa un appello ai Parlamentari Sardi perché si attivino e si mobilitino in queste ultime ore per sostenere l’iniziativa di Più Europa ed Azione. Il problema è particolarmente sentito in Sardegna, dove la difficoltà dei trasporti rischia di disincentivare, ed a volte rende impossibile, l’esercizio del diritto di voto. Crediamo che di questo problema debbano farsi carico unitariamente i Parlamentari Sardi a cui rivolgiamo un appello alla loro mobilitazione. Si tratta di una battaglia essenziale per la democrazia che deve trovare tutti uniti” conclude Nicola Carboni.

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