Insufficienza di fondi e burocrazia fermano la Legge che incentivava gli artigiani della Sardegna. 1.100 imprese nel limbo di una Legge che c’è ma ha smesso di funzionare. Maria Amelia Lai e Daniele Serra (Confartigianato Sardegna): “Impatto devastante sul sistema artigiano: non permetteremo la sua fine”. 11 milioni da trovare ma ne servirebbero almeno 20 per soddisfare le necessità dell’intero 2022. Ecco le richieste degli artigiani alla Regione.
“Sospendendo la Legge 949, il principale strumento di crescita delle aziende artigiane della Sardegna, si dà un colpo durissimo, devastante, allo sviluppo e rinascita di questo sistema produttivo. E’ sconcertante come, per una decisione così grave, che di fatto condanna queste piccole realtà, la Politica rimanga inerme a guardare. Noi, questo, non lo permetteremo”.
È dura, diretta e pesante la denuncia di Confartigianato Imprese Sardegna sulla chiusura e non rifinanziamento del principale strumento finanziario delle medie, piccole e micro imprese isolane: la Legge 949 del 1952.
La decisione, a causa delle difficoltà finanziare e burocratiche, è stata presa dall’Assessorato Regionale all’Artigianato che, con una missiva di poche righe, ha comunicato ad Artigiancassa, il soggetto gestore delle pratiche di finanziamento, la “chiusura temporanea dello sportello telematico con decorrenza immediata”.
L’avanzamento della spesa è fermo da settembre dello scorso anno e la norma è senza regole attuative; tale blocco mette in crisi oltre 1.100 imprese artigiane che rischiano di non accedere al contributo che la Regione aveva concesso per finanziare gli acquisti di nuove strumentazioni, l’ammodernamento dei laboratori e i progetti di ripresa e crescita. Delle aziende che, si spera solo temporaneamente, rimarranno senza contributi, ben 625 hanno interamente completato l’iter, quindi con domanda inoltrata, istruita e approvata con esito positivo, per un totale di 11,4 milioni, mentre altre 538 hanno presentato la domanda di finanziamento senza però possibilità di essere accolta per mancanza di fondi, per un ammontare di 9,8 milioni. Tali somme hanno portato a un fabbisogno totale di risorse di 21,2 milioni di euro, di cui 10 già stanziati in Finanziaria ma bloccati dalla burocrazia e ben 11,2 totalmente da reperire. E queste sono solo le necessità fino a maggio di quest’anno.
“Per evitare che il meccanismo si fermasse, causando questo blocco, ci siamo attivati sin da subito sollecitando più volte la Giunta, gli Assessori e i Consiglieri Regionali – commentano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – infatti, non si contano le nostre richieste scritte alla Regione e gli incontri che abbiamo avuto con i vari Esponenti dell’Esecutivo: purtroppo la gravità della situazione non è stata colta”. “Tutto ciò non è stato sufficiente – continuano Lai e Serra – e la cosa più pesante è che la quasi totalità degli artigiani che hanno effettuato gli investimenti, contando su fondo perduto del 40% o sul taglio degli interessi”.
La legge ha funzionato in modo puntuale fino a settembre dello scorso anno: Artigiancassa, infatti, provvedeva a “chiudere l’intero ciclo” dei fondi della Legge 949, quindi dall’istruttoria delle pratiche sino ai bonifici verso le aziende. I problemi sono iniziati proprio in autunno, momento in cui è scaduto il contratto e la Regione ha dovuto ripubblicare il bando, questa volta con nuove direttive. Con il passaggio al nuovo sistema, Artigiancassa, vincitrice del bando, ha continuato a istruire e verificare le pratiche senza però poter erogare i contributi, azione, quest’ultima, esclusivamente in capo alla Regione.
“In questi 8 mesi, la Regione avrebbe dovuto pubblicare il regolamento attuativo per l’iter istruttorio – continua la Presidente Lai – per consentire l’erogazione dei fondi e avrebbe dovuto adeguatamente rifinanziare la norma, considerato come la considerevole richiesta di finanziamenti abbia portato al rapido esaurimento delle disponibilità. Ma nulla è stato fatto”. “Ora siamo nella condizione che per circa 600 domande, istruite positivamente, c’è la copertura finanziaria (10 milioni stanziati per quest’anno) ma non c’è la norma attuativa – rimarca il Segretario Serra – per le altre 550 domande, ancora da istruire, invece, non ci sono ne’ i fondi (ne servono almeno 11,2), ne’ la norma. Noi, più e più volte, anche per lettera, abbiamo ribadito la necessità di almeno circa 25milioni di euro l’anno, per poter andare a coprire anche buona parte delle richieste che, senza dubbio, sarebbero arrivate in tutto il 2022”.
Proprio per questo, Confartigianato Imprese Sardegna fa 3 richieste alla Regione: l’utilizzo immediato della dotazione attualmente disponibile di 10milioni di euro per liquidare le circa 600 pratiche istruite positivamente, da ottobre in attesa dei fondi; la definizione e pubblicazione delle norme attuative per un più rapido iter istruttorio; l’implementazione della dotazione finanziaria di ulteriori 20milioni di euro per garantire la copertura del pregresso e consentire la riapertura dello sportello.
Grazie alla sua snellezza burocratica, al fondo perduto fino al 40% e all’abbattimento dei costi di interesse, la Legge 949 era diventato sinonimo di crescita delle imprese artigiane isolane. In circa 2 anni di attività, sono state soddisfatte le necessità di finanziamento oltre 2mila aziende artigiane, che hanno ricevuto una media di 18mila euro. Questo circuito virtuoso ha messo in moto un meccanismo di moltiplicazione attraverso il quale ogni 1 euro messo a disposizione dalla Legge, ha generato 2,5 euro. Investimenti che sono andati a spalmarsi sui territori e sulle altre categorie produttive e di servizi.
La Legge 949, era stata studiata per finanziare la costruzione o la ristrutturazione di fabbricati esistenti e l’acquisto di macchinari nuovi e di seconda mano, veicoli commerciali, terreni destinati all’ampliamento e la costruzione dei fabbricati produttivi, macchinari, attrezzature e autoveicoli nuovi e imbarcazioni, software, brevetti e licenze che avrebbero sostenuto le attività per i nuovi cicli di produzione, progettazione e promozione dell’immagine. Inoltre, le imprese artigiane avrebbero potuto accedere anche al contributo per la riduzione dei costi di garanzia per operazioni di leasing svolte presso i Confidi di Confartigianato Sardegna.
“Noi da subito abbiamo creduto nel successo di questo strumento e i numeri attuali ci hanno dato ragione, vista la partecipazione di numerosissime imprese artigiane, che quotidianamente continuano ad avanzare istanze di finanziamento – sottolinea la Presidente Maria Amelia Lai – a dimostrazione della bontà, della snellezza operativa e dell’apprezzamento dello strumento di sostegno, pur in un contesto socio economico molto complicato”.
“Non abbiamo mai chiesto sussidi tantomeno assistenzialismo – conclude il Segretario Daniele Serra – ma incentivi concreti affinché le micro, piccole e medie realtà sarde possano rafforzarsi, investire in tecnologia e formazione, creare nuova economia e assumere: le imprese non devono essere lasciate sole in questo momento”.