Un bilancio positivo per i primi vent’anni dell’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda. Con le celebrazioni dello scorso fine settimana si sono ricordati i progressi fatti dal 2001 a oggi e si è parlato di progetti futuri, legati al territorio, ma anche alle iniziative che coinvolgono paesi europei ed extraeuropei
Il “Viaggio nella terra cruda in Italia 2001-2021” organizzato per celebrare il ventennale dell’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda ha tracciato il percorso fatto dalla fondazione, avvenuta a Samassi il 16 novembre 2001, a oggi. Numerosi gli interventi che hanno messo in luce lo stato dell’arte sulla tutela del patrimonio architettonico in terra cruda in diverse regioni italiane
(ripreso anche nel documentario realizzato dal regista Alonso Crespo, proiettato nell’incontro di sabato a Samassi) e in alcuni Paesi europei (Spagna, Germania, Grecia, Romania). Spazio anche ai progetti che si stanno portando avanti a cura della rete delle Città della terra in Italia e all’estero.«Se il percorso più semplice è forse quello di guardare al passato, l’obiettivo principale è invece capire come queste architetture, soprattutto per le nostre comunità, possano essere volano di sviluppo territoriale ed economico», ha dichiarato al termine dell’evento di sabato Enrico Pusceddu, presidente dell’associazione e sindaco di Samassi.
«Lo stiamo facendo con diversi progetti», ha aggiunto, «e con un’attività di sensibilizzazione costante. Poiché però il 90 per cento del patrimonio architettonico in terra cruda è dei privati, non possiamo lasciare l’onere del recupero e della valorizzazione in capo ai proprietari. Per questo abbiamo portato all’attenzione del Ministero e della Regione la necessità di prevedere con i fondi del Pnrr delle linee dedicate alla tutela delle architetture in terra cruda». In questa direzione sta andando anche l’Unione dei Comuni Terre del Campidano, di cui Samassi fa parte insieme a Sardara, Serrenti, Pabillonis e San Gavino Monreale: «Abbiamo deciso, sempre in collaborazione con la Regione, di strutturare un intero programma territoriale sulle architetture di terra, che diventano il filo conduttore dello sviluppo. C’è stato un finanziamento di circa 17 milioni di euro su questo tema, verranno quindi ristrutturate tante case in terra cruda nei nostri comuni e diventeranno punto di riferimento per lo sviluppo ecosostenibile del territorio
», ha aggiunto Pusceddu.Non sono mancati i riferimenti ai progetti internazionali che vedono direttamente coinvolta l’associazione: «La presenza della delegazione straniera in questi giorni in Sardegna è solo un esempio di ciò che stiamo facendo», ha precisato. «Attualmente stiamo portando avanti progetti con la Tunisia, con l’Algeria, mentre in Mozambico, in collaborazione con l’università di Cagliari, si sta lavorando per la realizzazione di un campus universitario interamente in terra cruda».
Progetti di ampio respiro che guardano al passato per pianificare un futuro sostenibile, in linea con le esigenze della transizione ecologica, ma che guardano anche al locale e danno valore alla formazione: «A Samassi verrà realizzato il Centro di documentazione per le architetture di terra del Mediterraneo, quindi stiamo continuando a investire su questo pensando che la Sardegna sia non solo il centro fisico del Mediterraneo, ma anche il luogo da cui possano partire altre riflessioni e attività sul tema. Questi progetti sono concreti, reali, e riteniamo siano un esempio di buone prassi», ha concluso.