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Psicosi guerra nucleare e radiazioni, è assalto alle farmacie: caccia allo ioduro di potassio

L’invasione russa dell’Ucraina, che ha coinvolto anche alcune centrali nucleari, insieme all’escalation militare che risveglia le ipotesi di un conflitto globale (e l’eventuale uso di testate atomiche) ha fatto scattare la paura incontrollata nella popolazione.

Sono molte infatti le persone che hanno preso d’assalto le farmacie alla ricerca di ioduro di potassio, somministrato in caso di esposizione alle radiazioni. Un panico ingiustificato partito (anche) a causa della pubblicazione della bozza del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari da parte del Governo. Il Piano è stato preparato in base a quanto disposto da una direttiva europea del 2013 adottata in Italia con decreto legislativo 101 del 2020. La bozza del Governo italiano interviene – con il solito tempismo da “continua emergenza” nazionale – in un momento in cui si parla di rischi nucleari legati alla guerra in Ucraina.

Sul tema è intervenuta la dott.ssa Cristina Porcu, farmacista dell’omonima farmacia di via Cadello, a Cagliari.

“In seguito agli avvenimenti legati agli attuali scontri tra Russia e Ucraina – spiega la dott.ssa Porcu e all’attacco alle centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia è scattata, in più Paesi, incluso il nostro, una corsa nelle farmacie a caccia di ioduro di potassio (KI) in compresse, un composto utilizzato come farmaco contro l’ipertiroidismo, ma anche prima degli interventi di tiroidectomia e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni”.

Ma ha senso, per un cittadino, acquistare di testa propria questo farmaco? Quali sono i consigli dei professionisti del settore farmaceutico?

“Anche noi, ovviamente, abbiamo ricevuto una serie di richieste di Potassio Ioduro in compresse – racconta la dott.ssa Porcu -. Ecco le mie considerazioni: non ha nessun senso pensare di averle in casa: in Italia non ci sono centrali nucleari, né eventi catastrofici in corso. Sconsigliamo vivamente il fai-da-te, poiché è una sostanza potenzialmente molto tossica. La sua assunzione non mette al riparo da danni creati dall’assorbimento di altri ioni radioattivi che non siano iodio”.

“Non esiste nulla in commercio e gli integratori hanno dosaggi ridicoli. La preparazione galenica è l’unica opzione, che deve avvenire dietro presentazione di ricetta medica cartacea e in originale” conclude la dottoressa.

In conclusione, è vivamente sconsigliato l’acquisto di compresse di ioduro di potassio senza prescrizione medica, soprattutto perché l’accaparramento ingiustificato fa consumare le scorte nelle farmacie, che poi potrebbero non avere disponibile il farmaco per le persone che ne hanno davvero bisogno.

Per completezza di informazione, ecco la bozza del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari da parte del Governo, in cui si parla del farmaco (da pagina 61): “Valuta, d’intesa con il Ministero della Salute e sulla base delle indicazioni dell’ISIN/CEVaD, l’attivazione della distribuzione
delle compresse di ioduro di potassio ai fini della iodoprofilassi. Ove non già attuato nel livello operativo di preallarme, allerta le Amministrazioni deputate al sistema di distribuzione delle compresse di ioduro di potassio ai fini della iodoprofilassi”.

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