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L’avvocato penalista: un pugile sul ring della Giustizia

Tribunale

Ho sempre immaginato l’avvocato penalista come un pugile che, con indosso il “cencio nero” – così Calamandrei chiamava la toga – sale sul ring per combattere al fine di far trionfare sul ring della Giustizia la cosiddetta Verità Giuridica.

Si sa ogni processo è un rebus, un nodo gordiano che un buon avvocato deve riuscire a sciogliere con l’aiuto del suo cliente. Ecco che, per prima cosa, l’avvocato è chiamato, nel suo studio, ad interrogare con “arte legale” il suo cliente districandosi tra carte ed affermazioni. Non basta fermarsi al cliente, occorre anche conoscere che cosa sostiene il collega avversario. Sul ring si susseguono colpi e contraccolpi per cominciare a costruire la Verità Giuridica che, al termine del mach, l’avvocato consegnerà nella veste della Sentenza.

Occorre muoversi con tanta abilità e pazienza tra i garbugli e del cliente e del collega avversario. L’avvocato penalista deve assistere il suo cliente con la presunzione della sua innocenza perché è così che dice la Legge (art. 27 Cost.).

E se il mach sul ring finisce senza vittoria? In questo caso non bisogna dare la colpa agli altri protagonisti che si sono scontrati sul ring. La colpa è solo esclusivamente dell’avvocato che non è riuscito a districarsi tra le carte, a sciogliere il nodo gordiano. Per vincere occorre studiare costantemente, non basta una sbirciatina alle carte, stare attenti a non cadere sul trabocchetto del collega avversario e abilità più grande è quella di non scoprire il gioco di difesa.

Anche durante il mach l’avvocato deve combattere con dignità e decoro, mantenendo sempre un grande rispetto.

Durante il mach l’avvocato non deve mai abbattersi quando sente la vittoria lontana, consiglio migliore è quello di mantenere la calma, essere vigile alle mosse del collega avversario, una mossa sbagliata di quest’ultimo ti regala la vittoria. E che vittoria! La libertà del tuo cliente!

In caso di vittoria non girare le spalle al collega avversario, avvicinati e tendigli la mano: il rapporto di colleganza va sempre rispettato!

L’avvocato deve sempre avere a mente la procedura ed essere astuto, non esistono, infatti, processi facili o difficili, ma tutti i processi hanno il loro enigma e sta all’avvocato uscirne vittorioso.

Il Giudice assiste al mach e attentamente studia i colpi e i contraccolpi per poi mettere nero su bianco quanto si è dibattuto sul ring della Giustizia. Ricorda: è l’avvocato che in realtà scrive la sentenza durante il suo mach sulla base del materiale che è riuscito a portare sul ring.

Insomma, l’avvocato penalista prima di salire sul ring ed impugnare i guantoni deve portare con sé un bagaglio di qualità: la calma, la pazienza, la professionalità, il rispetto, l’astuzia, la capacità di vedere oltre, l’umiltà…, perché solo così riuscirà a sbrogliare la matassa e a regalare a se stesso e al cliente la soddisfazione più grande: la libertà!

Avv. Luisa Camboni

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