Nelle ultime ore lo spettro di un blocco totale degli autotrasporti in Sardegna sta acquisendo contorni sempre più reali e definiti.
Su WhatsApp e Telegram nei giorni scorsi hanno iniziato a girare degli audio messaggi registrati da diversi autotrasportatori sardi nei quali si parla senza mezzi termini di sciopero a oltranza dei camionisti e di blocco delle autocisterne che portano il carburante nei distributori. Notizia poi confermata dai lavoratori e dai rappresentati di categoria.
Il motivo della protesta è il caro carburante, con il prezzo del gasolio e della benzina alle stelle, in molti distributori sopra quota 2,10 euro al litro. I giornali online e i social network sono ormai tappezzati di foto degli automobilisti increduli di fronte ai rincari continui, con i prezzi che salgono di ora in ora.
Una situazione che mette in ginocchio gli autotrasportatori, che non rientrano più nei costi e che con questo stop vogliono portare all’attenzione del pubblico un problema che già sta creando forti disagi e disuguaglianze sociali: il caro benzina, sommato al caro bollette (quelle di gas e luce sono praticamente raddoppiate nell’ultimo trimestre) sta creando nuove sacche di povertà, come facilmente riscontrabile confrontandosi con i Servizi Sociali di qualsiasi comune della Sardegna.
Quali potrebbero essere le conseguenze di uno sciopero totale dei trasporti su gomma? Se venisse confermata anche solo una settimana di sciopero, si andrebbe dai distributori a secco fino agli scaffali vuoti nei negozi.
La speranza è che si trovi subito un accordo per calmierare i prezzi: in caso contrario si va verso una paralisi totale dell’economia, non solo in Sardegna, ma in tutta Italia.